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Recensione : Quercus – Sfumato

"Sfumato" si rivela un lavoro di indubbio interesse oltre che un tentativo riuscito, pur se solo in parte, di rimodellare una materia di norma poco plasmabile

Quando vedo l’aggettivo avanguardista associato a certi generi musicali di norma tendo a collocarmi sulla difensiva; nel caso del funeral, per esempio, è sicuramente lecito provare a suonarlo in maniere differenti, purché non si giunga a snaturarne l’essenza che è ampiamente insita nella sua denominazione d’origine.

Il timore di imbattersi in qualcuno che propone qualcosa di strano od originale magari solo perché non è in grado di produrre musica piacevolmente “normale”, è quindi sempre forte, e gli stessi pensieri mi sono balenati in testa al momento d’approcciarmi con questo secondo album dei cechi Quercus.
Per capire cosa riserva il lavoro in questione cominciamo dal titolo dell’album, per il quale è stato scelto un vocabolo italiano: Sfumato possiede il duplice significato di citare, da un lato, la tecnica pittorica utilizzata da Leonardo e, dall’altro, di connotare lo stile musicale della band, che in maniera coerente non mostra contorni facilmente definibili .
Il duo proveniente da Plzen, città boema nota per la sua ottima birra, si cimenta così, come da facili previsioni, in una cinquantina di minuti di non facile lettura che per fortuna smentiscono in buona parte i foschi presagi a cui accennavo.
Indubbiamente, l’andamento dei brani risulta talvolta snervante perché, non appena una linea melodica accattivante prende forma, la sua vita si rivela piuttosto effimera; tutto ciò viene compensato dal fatto che le variazioni sul tema seguono una certa logica e vengono sorrette anche da un’adeguata tecnica esecutiva.
Per sua natura, un lavoro costruito su simili coordinate non può che mostrare un andamento altalenante, anche se non ci sono in realtà brani particolari da additare in senso negativo; per converso, sono senza dubbio da segnalare …Which Is Lacking che, non a caso, è la traccia che possiede una struttura più lineare, con le sue atmosfere dolorosamente rarefatte, e The Flute In The Sink, nella quale invece gli spunti migliori non finiscono per essere accantonati in un amen ma vengono sfruttati adeguatamente, consentendo ai Quercus di mettere in mostra il lato migliore della loro versatilità, passando tra momenti dissonanti, accordi di chitarra dolenti come da tradizione, fino a giungere ad un finale dai tratti vagamente epici.
Anche Mother’s Wordfall si muove su queste coordinate cangianti ma ugualmente efficaci, mentre non rendono in uguale misura le tracce d’apertura e di chiusura del disco, nelle quali i non pochi validi spunti finiscono per essere inghiottiti in un tourbillon di cambi di tempo e d’atmosfera, il tutto, sia chiaro, rapportato alle abitudini di un genere che della staticità, in fondo, ne fa una dote e non un difetto.
Detto questo, Sfumato si rivela un lavoro di indubbio interesse oltre che un tentativo riuscito, pur se solo in parte, di rimodellare una materia di norma poco plasmabile; i Quercus si guadagnano sicuramente l’attenzione degli appassionati dalla mentalità più aperta, ma non è detto che, con il tempo, questo loro modus operandi non possa far breccia anche nei confronti di chi è arroccato su posizioni più conservatrici.

Tracklist:
1. Barbarian Nostalgia
2. The Flute In The Sink
3. …Which Is Lacking
4. Mother’s Wordfall
5. Night Bathing

Line-up:
Lukáš Kudrna
Lord Morbivod

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