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Recensione : Orphean Passage – Apart

La bravura degli Orphean Passage risiede nel fare propria la lezione di chi ha codificato a suo tempo il death doom melodico per poi assemblarne i diversi stili, regalando un album come Apart struggente, melodico e, allo stesso tempo, fresco come si conviene a una band al primo passo discografico

Orphean Passage – Apart

Anche se non dovrebbe stupire più di tanto al giorno d’oggi, stante la diffusione di ogni genere musicale nei più reconditi anfratti del globo, non si può fare a meno di definire sorprendente l’esordio dei sudafricani Orphean Passage; infatti, Apart è un full length che offre oltre un’ora di un death doom melodico di elevata qualità, sia esecutiva sia soprattutto compositiva.

La band di Cape Town, dopo una breve intro, piazza subito un brano magnifico come Adorned in Midnight, il più lungo in scaletta e sorta di lectio magistralis sul sottogenere, con tutte le sue sfumature maneggiate con cura e collocate ciascuna al proprio posto ed il valore aggiunto di un vocalist come Ryan Higgo che rifugge ogni leziosità imperversando con un growl di rara efficacia.

Detto così potrebbe sembrare che l’opera sia stata costruita a tavolino e che gli Orphean Passage non possiedano un sound personale, ma tutto ciò non corrisponde al vero: certo, questi esponenti dell’emisfero sud non inventano nulla e attingono inevitabilmente dai grandi nomi che hanno fatto la storia, anche se dal mazzo forse le maggiori ispirazioni che emergono sono, sul versante europeo, quella di un ensemble stranamente sottostimato dalla critica ma ben conosciuto dagli appassionati più attenti come gli Officium Triste, allorché prevale la componente melodica, mentre per la scuola americana il riferimento non possono che essere gli imprescindibili Daylight Dies, in coincidenza con le parti più cupe e introspettive.

La bravura degli Orphean Passage risiede appunto nel fare propria la lezione di chi ha codificato a suo tempo il death doom per poi assemblarne i diversi stili regalando un album struggente, melodico e, allo stesso tempo, fresco come si conviene a una band al primo passo discografico; canzoni dall’immenso impatto emotivo come Eclipse e Her Wounds Cannot Be Seen sono solo i picchi di un’opera del tutto priva di punti deboli che consegna a chi ama queste sonorità un nuovo nome da seguire, inatteso e proprio per questo ancor più gradito.

 

Orphean Passage – Apart

2024 – Autoproduzione

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