Nonèimportante è il progetto elettronico ed esoterico di Agostino Tolu musicista genovese che è molto più di un musicista, è un narratore che fa nascere storie e cose intorno alla sua musica.
La sua proposta musicale è un ibrido molto ben riuscito di tanti elementi, a partire dal suo modo pressoché unico di creare un universo suo personale come se fosse un film, ascoltando questo ep è come essere in una macchina e viaggiare immersi nel nostro mondo, dentro le sue pieghe, respirando le su storture.
La seconda traccia “Non in mio nome” è un esempio molto lampante di quanto scritto sopra, è un pezzo incredibile che parla attraverso metafore molto azzeccate della politica e del suo peso nella nostra epoca, in una maniera che non avete mai sentito. Chi ha già conosciuto non è importante sa che non esiste un vero e proprio canto, bensì una narrazione un entrare in commistione con gli eventi e con i concetti narrati attraverso codici inediti.
La traccia seguente “Figlia di violenza” è uno scavare dentro la violenza sessuale in un modo inusuale e così approfondito che sembra vivo, abbiamo emozioni come se fossimo lì, e la chiusa è geniale . Nonèimportante è un progetto che è cresciuto immensamente come musicista e come compositore, coglie sempre la soluzione migliore e mai quella più facile e maggiormente a portata di mano, legando sempre in maniera indissolubile le parole con le note, perché con lui non si posso separare i due livelli ma vanno ascoltati e colti nella loro compenetrazione. “La guerra di Eva” è un piccolo capolavoro di crudezza, durezza e al contempo amore che nasce e muore su di un selciato abrasivo di qualche nostra città, in qualche giorno di caldo.
Nonèimportante è l’evoluzione cattiva e totale dei Nine Inch Nails, è un canto tragico nel senso di tragedia greca, è cogliere un senso che sfuggiva nelle nostre cose, e non parliamo solo di grandi avvenimenti come quelli delle solite canoni, ma quei micro movimenti quelle piccole violenze quotidiane che ci regalano tante piccole morti, ogni giorno, ogni persona.
In questo ep la musica si alza e si abbassa insieme alle parole che non sono mai a caso, e che oltre la voce maschile che è più narrante, c’è la bellissima voce femminile come contraltare femminile. Non c’è mai nulla, non c’è sicurezza, la salvezza non esiste se intendiamo come salvezza la sicurezza, qui c’è la dea Kali e il suo caos, che è poi la vera condizione naturale della forma umana. Tutto il disco è pervaso e dominato da un femminino tremendo e senza pietà, o almeno con canoni morali molto diversi rispetto ai nostri. La finale “Dio è morta” è la chiusura di una vicenda cominciata tanto tempo fa e andata avanti con fortune ondivaghe, ovvero la storia fa noi e Dio.
Ovviamente ogni frase è un missile lanciato nel cuore della tempesta, un decidere il proprio destino, liberarsi andando a fare un massacro dentro e fuori di noi, ma soprattutto riporta l’attenzione su di un qualcosa che abbiamo digitalizzato e quasi dimenticato : le nostre emozioni, il nostro renderle logos e viverle.
Qui si torna a sanguinare, con una musica che è a sua volta teatro reale e tangibile che mette in scena un sogno, e quel sogno è avere gli occhi aperti colmi di sangue. Un lavoro non per tutti, solo per chi vuole vedere ed uscire dalla tana dal bianconiglio per soffrire in libertà, scegliendo.
Ricchissimo minimalismo per un autore al di fuori dei canoni, coadiuvato da una voce femminile che è un qualcosa di potentissimo.
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