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Recensione : Metz – Metz

Metz - Metz: Il 2012 volge al termine. Forse, Maya permettendo, vedremo anche la luce del 2013. Intanto, per non sbagliarsi, la mu...

Metz – Metz

Il 2012 volge al termine. Forse, Maya permettendo, vedremo anche la luce del 2013.

Intanto, per non sbagliarsi, la musica dell’apocalisse è tornata a battere i tamburi e a far stridere i distorsori. E dopo esserci fracassati i timpani con il nuovo degli Unsane e con i newyorkesi The Men, Pop. 1280 e A Place To Bury Strangers, ecco arrivare i canadesi Metz a prendersi il posto che spetta loro nell’olimpo del noise rock del nuovo millennio. Dopo aver passato tre anni a far brillare i distorsori in giro per il mondo di spalla a gente come Mudhoney, No Means No e Mission of Burma eccoli arrivare al traguardo dell’esordio con un disco spacca ossa figlio della miglior tradizione noise di Shellac e Jesus Lizard, quanto della decadenza urbana stile PIL. Lo fanno senza mostrare sudditanza alcuna, sfoggiando una vena fresca e genuina e un’attitudine fieramente battagliera.

Metz è un’aggressione senza mezze misure, una musica quadrata e rumorosa trascinata da una voce isterica e rabbiosa. Una roba che non accetta compromessi di alcun genere. Che ti devi sorbire come un pugno nello stomaco, una mazzata sui denti, o giù di lì. Ed è un grande piacere scorrere la puntina sui solchi infiammati di questo esordio, scontrarsi con ruvidi arabeschi noise sui quali aleggia l’ombra dei Jesus Lizard (Headache), o con calde fiammate garage punk a viso scoperto (Get Off). Si sfiora anche il grunge (che vi ricorda la foto in back cover?) sui riff e le distorsioni di Sad Pricks e Rats, con la chitarra impegnata a cucire brandelli di noise mentre la sezione ritmica e la voce si dedicano alla distruzione dello scibile. Wasted è un altro pezzo da manuale (forse il migliore del lotto), una lagna decadente a-la PIL dilaniata ed esaltata dai feedback e da una sezione ritmica spaccasassi. Giù il cappello. E in mezzo al fiume di rasoiate che invade le casse dello stereo dal primo all’ultimo secondo c’è spazio pure per le aperture melodiche di The Mule, opportunamente violentate da una mal celata isteria punk hardcore. Metz è un disco rumoroso e rabbioso, freddo e violento. Una sapiente espressione noise e la perfetta cantilena dell’apocalisse che verrà.

TRACKLIST:
1. Headache
2. Get Off
3. Sad Pricks
4. Rats
5. Knife In The Water
6. Nausea
7. Wet Blanket
8. Wasted
9. The Mule
10. Negative Space

LINE-UP:
Alex Edkins – chitarra, voce
Hayden Menzies – batteria
Chris Slorach – basso

Metz-Metz

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