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Recensione : Meat for Dogs – Il Dr. Jekyll…e i suoi guai

Meat for Dogs - Il Dr. Jekyll...e i suoi guai: su tutto l' album si staglia comunque l'influenza del grande sole nero dei Bad Religion

Meat for Dogs - Il Dr. Jekyll...e i suoi guai

Sto allestendo il mio negozio di dischi, ho poco meno di trent’anni e vivo un sogno che si avvera.

Gli espositori sono ancora vuoti, a terra ci sono scatoloni pieni di musica e mi sembra di trovarmi nel paese dei balocchi: facendo ordine, in vista dell’ inaugurazione ormai imminente, decido che sarà la sorte a scegliere cosa farà da sottofondo ad un’operosità che, mai come in questo caso, mi è parsa tanto leggera se non  proprio leggiadra. Paul’s Boutique dei Beastie Boys, estratto da un cartone o il disco d’esordio dei Meat for Dogs, che spunta da un’altra scatola ?

Li ho scelti entrambi e penso questa breve introduzione  possa bastare per contestualizzare quanto sia affezionato alla band catanzarese e quanto mi possa rendere felice il fatto che, dopo parecchi anni d’assenza, torni con un intero album.

Mi accosto quindi a questo nuovo lavoro con la benevolenza smisurata che si può avere per chi si considera come dei vecchi amici anche non si ha avuto la fortuna di conoscerli di persona. È proprio un pezzo dedicato al Dr. Jekyll ad aprire la scaletta, ma è con il secondo brano che i Meat for Dogs mettono le cose in chiaro, perché Vorrei Dirti è veramente splendido.

In Scintilla e in Ancora Qui – la seconda, nuovamente, canzone ben al di sopra della media – si palesa la pervicacia di ogni band che si ostina, nonostante tutto, a suonare punk rock, mentre 50 anni parla di noi che alla nostra tenera età occupiamo ancora i gradoni delle curve e delle gradinate degli stadi, con quel senso misto di appartenenza e malinconia proprio di questo periodo della vita.

Addicted to my Girl è l’ omaggio del gruppo ai grandi Real Swinger qui egregiamente coverizzati, mentre l’Uomo Singolare rappresenta il lato più pop dei nostri. Più avanti con la scaletta si trovano due pezzi che rendono il giusto tributo a due delle fonti ispirative più palesi per questa band vale a dire Vento Addosso (Screening Weasel) e Ritorno alla Realtà (Derozer).

Su tutto l’ album si staglia comunque l’influenza del grande sole nero dei Bad Religion, ma in un’accezione tipicamente mediterranea, che permette ai Meat for Dogs di non apparire propriamente derivativi e potersi, quindi, ritagliare una piccola grande nicchia personale.

Ah l’ avventura del negozio è finita male, ma è stato un periodo nel quale ero più giovane, ingenuo, impavido, sognatore e che in fondo neanche rimpiango. Sono stati anni interessanti, accompagnati da tanta musica spesso bellissima.

Meat for Dogs – Il Dr. Jekyll…e i suoi guai
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