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Recensione : Materdea – A Rose For Egeria

Terzo stupendo album per i torinesi MaterDea.

Materdea – A Rose For Egeria

I MaterDea sono una band torinese, fondata nel 2008 dalla cantante Simon Papa e dal chitarrista Marco Strega, che arriva quest’anno al traguardo del terzo full-length, dopo il debutto del 2009 “Below the Mists, Above the Brambles”, ed al riuscito secondo lavoro del 2011 “Satyricon”, uscito per Midsummer’s Eve che ha licenziato anche questo nuovo A Rose for Egeria.

Mixato dallo stesso chitarrista e masterizzato ai Finnvox da Mika Jussila, questo nuovo capitolo della saga MaterDea convince ancor più del suo predecessore e chi avrà la fortuna di sentirlo scoprirà di avere tra le mani una band unica, tra le tante bravissime che si affacciano sul mercato nazionale ed internazionale e che abbracciano la causa del symphonic metal, poiché lascia ad altri i territori power/gothic per un approccio pagan/folk, impregnando il sound di suoni orchestrali per nulla pomposi, che rendono il suono elegante e raffinato laddove gli strumenti classici della bravissima Elisabetta Bosio ricamano melodie d’altri tempi, accompagnati dalle tastiere di Elena Crolle.
Ed è proprio questa perfetta armonia tra la raffinatezza delle tre damigelle e la grinta metallica degli altri tre elementi maschili del gruppo (Marco Strega e la potente sezione titmica composta da Morgan De Virgilis al basso e Cosimo De Nola alle pelli) a fare la differenza in questa stupenda opera che vi porterà a viaggiare tra villaggi immersi in lande verdeggianti, in un mondo dove eroici cavalieri e superbe figure mitologiche faranno la loro comparsa, così come splendide fate, elfi e locande dove rifocillarsi e amoreggiare.
Grandi momenti di folk d’autore (la magnifica Land of Wonder)f anno da contraltare a brani più metallici (Tàlagor of the Storms, An Unexpected Guest, Running all Night with the Wind) impreziositi dalla stupenda voce di Simon e dai cori di Elena, mantenendo sempre in primo piano la struttura folk con il tappeto sonoro creato da viola, violoncello e contrabbasso di Elisabetta Bosio.
Su tutto l’album aleggia un’atmosfera fantasy che ultimamente ho potuto ascoltare solo su quel “Midgard” dei milanesi Holy Shire, altro ottimo lavoro italiano, segnale di una scena che ormai non ha più nulla da invidiare alle più rinomate realtà europee, riuscendosi a costruire, con dischi di questo livello, una credibilità anche oltre confine.
Per i fan del metal sinfonico album assolutamente consigliato, così come a chiunque abbia voglia di ascoltare ottima musica che inevitabilmente porta a sognare … e di questi tempi non è poco.

Tracklist:
1. Beyond the Painting
2. Tàlagor of the Storms
3. Whispers of the Great Mother
4. Merlin and the Unicorn
5. A Rose for Egeria
6. An Unexpected Guest
7. Land of Wonder
8. Altars of Secrets
9. Prelude to the Rush
10. Running all Night with the Wind
11. Haerelneth’s Journey

Line-up:
Simon Papa – Voce
Marco Strega – Chitarre elettriche e acustiche
Morgan De Virgilis – Basso
Elisabetta Bosio – Violino, viola e contrabbasso
Elena Crolle – Pianoforte e Tastiere
Cosimo De Nola – Batteria

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