I Marlowe sono in quattro (Salvo Ladduca, Alfonso De Marco, Marco Giambrone, Paolo Indelicato) e vengono dalla Sicilia. Alle spalle hanno già due album e un Ep, nonché collaborazioni con Cesare Basile, Marcello Caudullo e Marta Collica. Ora, prodotti da Paolo Messere (ex Ulan Bator, Blessed Child Opera) danno alle stampe questo Fiumedinisi, il loro nuovo lavoro, uscito per Seahorse Recordings.
Chiedi al buio inizia intrecciando ritmiche serrate a melodie fluide, per poi declinarsi nella voce cupa e mesta di Salvo Ladduca e, infine, crescere ed esplodere. Dei Tuoi Miracoli tra una lenta batteria, dolci arpeggi e un’aura al limite del decadente e del sacrale, scorre perfetta, lasciando poi spazio a Fino Alle Ossa che, con la sua flebile ritmica ribollente e le melodie morbide e oniriche, trascina totalmente l’ascoltatore in un altro mondo, in un autunno eterno. 2 Maggio, ancora più sottile e leggera, si apre in un ventre cavernoso, nero ed echeggiante, dove strisciano le chitarre e la voce, fino a riempirla di vibrazioni. In Fondo Alla Gola (dove alla voce compare anche Angela Baraldi), malinconica ed essenziale, avvolge sotto una coperta di dolce oscurità. Devo Tutto Alla Notte, più vivace in apertura, non demorde e ipnotizza, tra i riverberi, gli echi, gli umori, il suo essere così evocativa. The Last Day Swimming, unico pezzo cantato in inglese, si propaga nell’aria con la leggerezza di una carezza, tra la delicatezza della musica e la profondità della voce, crescendo lentamente mentre Christina, più corposa, scivola fra echi vocali, nascosti sotto il tappeto sonoro. Dalla Terra, cupo e ansiogeno strumentale, lascia presto spazio a Di Fame, Di Madre, estremamente docile e vivida, come una goccia di rugiada. Infine, La Stanza Di Veronica, colpo di grazia per quanto riguarda malinconia, introspezione e simili, tra le tastiere iniziali, i synth e un’atmosfera quasi palpabile, chiude il disco.
I Marlowe stupiscono, i Marlowe convincono. Undici tracce composte, costruite con precisione e sentimento, curate, studiate, gratificanti. I quattro dipingono ambienti malinconici, introspettivi, pieni di insicurezza e un poco decadenti. Si rifanno a Ulan Bator, Massimo Volume, la New Wave di vent’anni fa (ormai trenta), qualcosa dei My Bloody Valentine. Molte cose, in un calderone che unisce senza pasticciare, senza confondere. Insomma, Fiumedinisi, undici canzoni da ascoltare e riascoltare; un ottimo disco.
TRACKLIST:
01. Chiedi Al Buio
02. Dei Tuoi Miracoli
03. Fino Alle Ossa
04. 2 Maggio
05. In Fondo Alla Gola
06. Devo Tutto Alla Notte
07. The Last Day Swimming
08. Christina
09. Dalla Terra
10. Di Fame, Di Madre
11. La Stanza Di Veronica