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Recensione : Lightless Moor – The Poem: Crying My Grief To A Feeble Dawn

Il gothic doom della band cagliaritana appare ben costruito e ha il pregio di non apparire “finto”, anche se “The Poem” non è un disco esente da sbavature

Il gothic metal dei Lightless Moor non spicca per spirito innovativo ma va, per certi versi, a ripescare sonorità risalenti a quasi vent’anni fa, molto vicine, quindi, ai primissimi lavori di The Gathering, Theatre Of Tragedy e Within Temptation.

In effetti, questo accostamento, in particolare con un disco come “Always”, deriva intanto dal contrasto molto accentuato tra il growl di Federico Mura e l’angelica voce di Ilaria Falchi, ma soprattutto da un uso piuttosto lineare ma altrettanto evocativo delle tastiere e da un’attitudine genuina che, nel genere proposto, è andata scemando progressivamente per arrivare alle innumerevoli produzioni plastificate odierne.
The Poem non è certo un disco esente da sbavature, spalmate un po’ su tutte le sue varie componenti, cosa più che giustificata quando si ha a che fare con un esordio, anche quando questo giunge dopo un percorso iniziato nel 2005, ma nonostante ciò si rivela un ascolto piacevole per tutta la sua durata.
Il gothic doom della band cagliaritana in fondo appare ben costruito e ha il pregio di non apparire “finto”, sicché brani come l’opener The Lyrics of The Journey, Arabian Nights e la poetica Cento Respiri convincono pienamente; una citazione a parte merita The Lover And The Forest dove la componente doom diviene preponderante, portando i nostri su territori non lontani dai Draconian meno oscuri.
Ilaria possiede una voce senz’altro appropriata, anche se si fa preferire quando rinuncia agli accenti operistici (questi, sì, rischiano di apparire talvolta stucchevoli) mantenendosi su toni comunque medio alti, ma sicuramente non va trascurato il lavoro efficace, proprio perché mai sopra le righe, di Edoardo Fanni alle tastiere.
Restando in ambito WormHoleDeath, il valore di The Poem è collocabile a metà strada tra gli ultimi lavori di Azylya e Ivalys, restando leggermente al di sotto del livello esibito dalla band belga ma dimostrandosi sicuramente più evocativo rispetto all’algida proposta del gruppo francese.
I Lightless Moor vanno tenuti, quindi, nella dovuta considerazione e sicuramente l’essere riusciti, dopo diversi anni, a pubblicare un primo full-length, costituirà per la band sarda un ulteriore impulso per alzare ulteriormente il livello della propria proposta.

Tracklist :
1. The Lyrics of the Journey
2. Chained to a Dismal Chant
3. Arabian Nights
4. Cento Respiri (Slave)
5. Overwhelming Darkness
6. Sacrifice
7. The Lover and the Forest
8. Dark Side of Our Souls

Line-up :
Stefano Spanu – Drums
Alberto Mannucci Pacini – Guitars
Edoardo Fanni – Keyboards
Ilaria Falchi – Vocals
Federico Mura – Vocals, Guitars
Michele Mura – Bass

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