iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Lee Gamble

Il disco è cupo e claustrofobico, la ritmica non è mai lineare, molto del suono ricorda i primi dischi di Sqaurepusher o Autechre

Lee Gamble

Lee Gamble approda ad Hyperdub di Kode9, dopo quattro pubblicazioni per Pan, alcuni tape ed una carriera iniziata con la Jungle negli anni novanta proseguita tra sperimentazioni techno, performance audio visive di confine e un’estetica musicale post rave (che a tratti può essere paragonata ad Actress per la decostruzione del suono), che risente comunque delle influenze Uk garage e break beat e della Jungle con la quale Lee Gamble è cresciuto musicalmente.

Le tredici tracce del disco si legano benissimo ad una narrazione visiva che verrà portata live nelle performance grazie ad un software creato ad hoc, quindi si ha sempre la sensazione di ascoltare la colonna sonora di un video in cui musica immagini e ritmo si fondono assieme.

Il disco è cupo e claustrofobico, la ritmica non è mai lineare, molto del suono ricorda i primi dischi di Sqaurepusher o Autechre (artisti di riferimento giovanile di Lee Gamble), ma ci sono anche tanti segni dell’influenza di Photek e Dillinja o in generale della sua esperienza come producer Jungle. Infatti il percorso di Mnestic Pressure si chiude con Ghost traccia tributo a tutto quel movimento musicale che in tre minuti e quarantanove secondi mi ha riportato indietro di vent’anni.

In generale un lavoro ottimo anche se non di facile approccio, non suona innovativo anzi a volte un poco nostalgico, che paga il tributo ad un’era musicale che ha lasciato tanto all’elettronica contemporanea.

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

I Forconi Visti Da Via Parasio 44

Vivere in un piccolo paese già di per sé limita il campo visivo, a volte ti fa crescere un po’ (beatamente) ignorante e magari con una scarsa propensione all’approfondire quello che c’è al di fuori dei tuoi confini, ma anche non ritenendomi tale, oggi più che mai vorrei avere una visone molto ristretta di ciò che mi circonda e quando sento parlare di “forconi” ricordare solo quello che il contadino dietro casa mia usava per tirare su il fieno, quando ero piccolo e ignaro del futuro.

Jazz:re:found 2012 Report

Jazz:re:found 2012 Report: Cominciamo col dire che jazz:re:found 2012 presentava quest’anno un cartellone di tutto rispetto.

Giovedì ospite di M…

Primavera Sound 2012

Primavera Sound 2012: Trovarmi a scrivere del Primavera Sound 2012 ,oggi, senza l’entusiasmo della vacanza e di alcuni bei concerti visti non …