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The Metz – Intervista

Intervista ai Metz in occasione del loro recente concerto milanese

The Metz – Intervista

The Metz – interview 2015 by In Your Eyes Ezine on Mixcloud

Prima di tutto..

iye Io ho gia letto diverse interviste e recensioni varie, in occasione anche della Primavera Sound qualche anno fa. Cè un opinione comune in cui siete del tutto visti come i successori degli Shellack, o meglio portatori dello stesso suono, contando che in pochi conoscono gli stessi, se non addirittura i Melvins.
Ora … non è un po’ troppo grossolano e noioso per voi essere categorizzati come una band dal nome Metz senza punti di riferimento ?

Non è di certo nostra intenzione essere paragonati a nessun altro gruppo, se non noi stessi medesimi. Certo è molto lusinghiero ma cerchiamo ( come è sempre stato per molti altri ) di fare quello che sentiamo soprattutto per i nostri gusti musicali.
Siamo nati e cresciuti nei ’90 quindi riferimenti simili che amiamo sono necessari, ma pur avendo una nostra identità che dai ’60 prende la psichedelia per mutare in hardcore e finire nel punk. Questa felice combinazione fa sì che il corpus dei Metz vada avanti senza troppi rimandi. Tuttavia se alle nuove generazioni ricordiamo i Melvins … Beh questo è già un gran colpo (non siamo di certo snob – ndr). Spero quindi che chiunque ci sappia prendere ed ascoltare per ciò che noi siamo

iye E’ molto positivo tuttavia … avete girato assieme ai Meat Puppets, ma riconosco che se si voglia andare ad ascoltarvi come Metz, il pubblico abbia ben chiaro di non andare ad ascoltare altri vostri “coscritti”.

Effettivamente questo puo’ capitare .. e capita perché molti recensori giocano di pigrizia ovvero: ci sono questi tre ragazzi dalle chitarre potenti , accompagnati da colpi secchi di batteria ( e basso, ovviamente) proprio come i Nirvana, pensa un po’ … ma noi non siamo loro anche se forse ci sarebbe piaciuto.

Ma è certo un modo di scrivere, forse una licenza e … no, appunto, è solo un superficiale paragone.

iye Ma andiamo ad un’altra domanda. Crescere in una generazione virale in cui si utilizza Spotify per ascoltare se non per (ahinoi) scaricare quintali di musica … come vincola un musicista?

Beh, tu sai che ci sono molti modi per definire le nuove generazioni … noi abbiamo iniziato senza alcun sito, flyers e date ammiccanti su blog e piattaforme: la gente, il pubblico veniva direttamente per imparare qualcosa in più oltre all’escatologia del cd in cui ad un intimo ascolto dava già alcuni spunti. Giusto la radio poteva farsi da medium e creare un ponte verso un ascolto live. Ma penso che non sia negativo perché tutto ciò permette di condividere con il mondo intero la propria musica in modo ben più semplice. Anche se non porta un guadagno aggiuntivo come potenzialmente dovrebbe, noi cerchiamo di sorridere di fronte ad una sfida da vincere. Mi spiego così: quando a fine della giornata siamo tutti e tre esausti di suonare, tutto ciò che desideriamo è essere ascoltati, non importa in quale modo. Non importa neanche quanto e se pagano, che siano “ricchi” da potersi permettere di comprare il disco o “poveri” da scaricare qualche brano. Sangue e sudore compensano il duro lavorio quindi ciò che ci rende felici è essere cinicamente ascoltati.

iye In base a ciò, prima di iniziare a suonare, avreste immaginato la vostra attuale vita da musicisti come è ora?

No e non così in fretta come le label prima e l’industria discografica dopo hanno operato … La tecnologia ha infine dato quel colpo di acceleratore tale da cambiare totalmente le regole … Troppo velocemente quindi, forse inaspettato.
Incredibilmente sì, io penso che oggigiorno rispetto al 2000, ad esempio, sia totalmente differente … intendo dire che abbiamo sempre voluto far parte di una band fin da piccoli (e ora sembra quasi che molti passi necessari siano del tutto bruciati – ndr).

iye Ed ora … avete in mente di essere musicisti per tutta la vostra vita? Come guardate al futuro?

Beh, mmh a dire il vero non lo so, sai che ho una moglie e mi piacerebbe avere una famiglia un giorno … Al momento è un’idea come è saldo e concreto quello che facciamo come band. Credo che possiamo ritenerci molto fortunati: sai cosa ci chiede spesso la gente? Perché avete così tante date? Semplicemente perché possiamo! E questo ci rende entusiasti per poter continuare fino a che un giorno non molte persone verranno più ad ascoltarci … ecco in quel possibile ma non auspicato caso, probabilmente penseremo alle nostre rispettive vite, sai, ora è una condizione necessaria per portare il pane a casa 😉 E’ un sogno … e come tale è piacevole viverlo per quello che è … finisce il sogno e prima o poi ci si risveglierà . Chissà quando!

iye Necessaria questa mia domanda: “Metz II” mi ha lasciato perplesso, perché penso che il primo sia decisamente migliore, dal mio punto di vista lo trovo un po’ più oscuro e caotico ma credo che per voi non lo sia affatto. Sapete darci qualche dettaglio in merito? Non essendo troppo orecchiabile (e ascoltabile in format radio) avete preferito rimanere fedeli al vostro audience o è stato un necessario cambiamento?

Io penso sia stato molto più importante la nostra decisione. Volevamo un suono più accurato e l’abbiamo creato. Lo sentivamo e necessariamente riprodotto. Certo è stato molto difficile cascare nella trappola, “cosa piace sentire a chi ci ascolta?” ma l’abbiamo scansata. Registrare il disco ci ha fatto riflettere sui nostri gusti.. esaltati anche da quello che potrebbe essere stato più dissonante e lontano dalle nostre prime scelte (per guardare un orizzonte più completo) soprattutto per non incalzare sul solito dubbio ovvero fare una gran hit , sbagliare il tiro e fotterci realmente la faccia per il secondo album malriuscito (HA HA HA).

iye Questa domanda invece non è la migliore, ma qual è la vostra relazione con la Sub Pop? Continua ad essere una indie label che vi avrebbe lasciato totale libertà?

100% Loro non vogliono alcun imput … e sai,  noi abbiamo centinaia di migliaia di amici con rispettive label che possono incalzarci sui riff, sulle battute e l’attitudine creandoci stress superfluo. Tanto vale farlo bene con chi ci supporta (e sopporta) . La Sub Pop sa come trainarci e siamo contenti infatti il primo album è stato edito grazie a loro nel seguente modo: Vi piace ? Sì. Ecco uscito il disco.
Il modo migliore … Come il secondo album,  forse non l hanno neanche ascoltato (tutto), l’hanno pubblicato e via.

iye Due domandine al volo e chiudiamo l’intervista ..
Voi siete canadesi. Pensate al momento che il vostro paese d’origine abbia grandi link e collegamenti con band estere o è soltanto una montatura? Noi in Europa tendiamo a vedere le cose in modo più lungimirante ( davvero?.. brrrr) .. Leggiamo, tentiamo di documentarci con news, ansa, ecc. e pensiamo che un posto lontano come il Canada sia un paradiso (qualcuno intitolava il 1 luglio 1993 il suo disco SO FAR SO GOOD) … dateci una vostra opinione …

Pensiamo che ci sia tanta gran bella musica in circolo e molta altra meno mainstream che purtroppo non merita l’attenzione che dovrebbe . Toronto è incredibilmente piena di gran gruppi  e non capisco davvero perché ciò non accada, non ci sembra vero … Tornando a casa dopo i nostri tours, incontriamo migliaia di band che ci lasciano di stucco..

iye Questa domanda serviva ad introdurre necessariamente quella che chiude la felice intervista: nella vostra esperienza, cosa ne pensate dell’Europa ? E’ piacevole per una band d’oltreoceano venirci a suonare? Cosa vi lascia l’audience e che feedback avete?

Lo dirò non perché sto parlando a te, ma è meglio per noi, è il miglior posto dove venire a suonare ogni volta. Ci colpisce una certa forma di ospitalità, un’onestà gratuita che non abbiamo in altri posti. Capita raramente in qualche stato d’America e neanche come vorremmo. Ci sono tante persone ai nostri concerti, ma sembrano non recepire quello che vogliamo trasmettere. Per questo possiamo sempre aspettare di ritornare ogni qual volta ce ne sia l’occasione. Siamo trattati moolto bene, credo sia parte della cultura tramandata da anni oramai.
In Italia soprattutto, vista l’Arte e la Cultura dalla quale siamo letteralmente circondati. Magari siamo un po’ più allo stretto in paragone agli ampi spazi americani, quasi insormontabili, ma in cui le persone tendono a distanziarsi sempre di più quasi evaporando il loro calore … Almeno per quei 3 show a cui ho avuto la fortuna di assistere, quindi chiudiamo in pari, con le stesse considerazioni.

Grazie per il tempo dedicatoci. Gianluca per IYEZINE.

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