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Recensione : Lauxnos – The Last Pier

The Last Pier è un bellissimo disco, l’ennesimo gioiellino spinto fuori dai confini russi dall’apprezzabile operato della Nihil Art Records

Lauxnos – The Last Pier

Davvero gustoso, questo secondo album della one man band russa Lauxnos, progetto nato nel 2013 per volontà del polistrumentista Kataros.

Questo giovane musicista, coinvolto per anni in diverse band nelle quali doveva sopportare comunque il peso della composizione e dell’arrangiamento dei brani, ha pensato che tanto valeva far tutto da solo, rinunciando di fatto alla sola attività live.
Lauxnos è un’entità che viene definita post-metal, in virtù del fatto che oggi si tende ad abusare di questa etichettatura salvifica, attribuibile a chiunque non segua un genere musicale ben definito: in realtà, in The Last Pier troviamo diverse sfumature che partono da una matrice black, per quanto non troppo marcata, passando per il depressive, il doom, il gothic, con un rivestimento progressive che valorizza senza attenuare il mood malinconico della proposta.
Kataros è un buon chitarrista, non tanto perché sia un virtuoso dello strumento, quanto per la sua capacità di tessere melodie toccanti che ben si confanno al concept dell’album, continuazione del precedente My Dead Ocean: The Last Pier è la seconda parte di un viaggio introspettivo che fa proprie tutte le metafore connesse alle immensità oceaniche.
Il factotum russo si avvale di un solo aiuto esterno, quello di Rain Prahlada, il quale fornisce un valido contributo alla riuscita dell’album con le proprie clean vocals in lingua madre; lo screaming di Kataros contrassegna le parti più aspre dell’album, in particolare la black oriented title track, oppure funge da contraltare alla più evocativa voce di Rain, come avviene in brani ottimi e pregni di pregevoli melodie chitarristiche come Dolphin’s Tale e Gale Force 9.
The Last Pier è un bellissimo disco, l’ennesimo gioiellino spinto fuori dai confini russi dall’apprezzabile operato della Nihil Art Records: è chiaro che rispetto a noi che riceviamo (con molto piacere) questo materiale al fine di recensirlo, l’appassionato medio ha decisamente meno possibilità di imbattersi in questi lavori prodotti e composti con tutti i crismi da band pressochè sconosciute e una delle nostre “missioni”, alla fine, è proprio quella di favorire questo tipo di incontro.

Tracklist:
1. Morning at the Sea
2. Dolphin’s Tale
3. Winds of Hope I (The Ending Calm)
4. Winds of Hope II (Meeting the Fate)
5. The Oncoming Storm
6. Gale Force 9
7. In Prayer to the Gods
8. My Last Pier
9. The Last Contemplation of the Moon
10. The Secret of Three Corners (bonus track)

Line-up:
Katharos – all music, lyrics, instruments, extreme vocals

Guest:
Rain Prahlada – clean vocals

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