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Recensione : Lahmia – Into The Abyss

I Lahmia entrano a buon diritto nel novero delle band che, in questo 2012, si stanno rendendo protagoniste di un’autentica rinascita del metal nostrano su tutti i fronti

Lahmia – Into The Abyss

Potrebbe sembrare un’impresa ardua quella di riuscire ad amalgamare il meglio della produzione di mostri sacri quali Dark Tranquillity, In Flames e, parzialmente, Sentenced, ma i romani Lahmia raggiungono pienamente tale obiettivo con questo loro primo full-length.

Sgombriamo subito il campo da ogni equivoco, prima di affrontare la recensione di Into The Abyss: non cercate elementi innovativi o chissà quali artifici stilistici, qui troverete “solo” dell’ottimo death metal melodico che, grazie a un songwriting di livello spettacolare, farà la gioia di chi è rimasto perplesso dinanzi al calo di ispirazione di “We Are The Void”, non ha mai digerito la sterzata alternative di “Reroute To Remain” e ha salutato con pochi rimpianti un commiato piuttosto manieristico come “The Funeral Album”.
Drag Me To Hell apre l’album in maniera ispiratissima, Francesco Amerise si districa brillantemente tra un growl profondo e uno screaming incisivo, mentre il resto della band tesse una struttura melodica e ritmica coinvolgente; lo stesso avviene con Nightfall, brano che, come Glass Eyed Child e Grinding Dreams, viene ripreso dall’Ep datato 2008 “Forget Every Sunsrise” amalgamandosi perfettamente con le nuove composizioni.
Se Silence Through The Screaming Crowd e The Tunnel mostrano i citati riferimenti ai Sentenced, la title-track costituisce l’ennesimo episodio che sarebbe spiccato per la sua qualità anche in lavori come “Damage Done” o “Character”, mentre Strenght From My Wounds appare molto più orientata al thrash rispetto al resto del disco senza che per questo vengano sacrificate le splendide melodie del ritornello.
In My Crown, di fatto l’ultima vera traccia dell’album prima dell’evocativa outro Ab Aeterno, esibisce un aspetto diverso della band romana, che in questa occasione modifica le coordinate del proprio sound riversando in questo lungo pezzo atmosfere virate sul gothic-doom, con un bel rimando ai My Dying Bride nella parte iniziale; ancora una volta spicca la prestazione vocale di Francesco che dimostra la sua versatilità anche nelle clean vocals, coadiuvato come sempre dal limpido gusto melodico della chitarra di Flavio Gianello e dalla precisa base ritmica di Corrado Ciaccia e Alessandro Santilli.
Into The Abyss, sebbene rischi di non convincere certa critica per la sua contiguità stilistica alle già citate band scandinave, è un disco di valore assoluto, suonato e composto con grande maestria e supportato da una produzione che ne esalta le caratteristiche peculiari.
I Lahmia entrano a buon diritto nel novero delle band che, in questo 2012, si stanno rendendo protagoniste di un’autentica rinascita del metal nostrano su tutti i fronti, grazie a lavori ispirati e produzioni che finalmente non costringono gli appassionati a rivolgere lo sguardo oltre confine.

Tracklist :
1. Drag Me to Hell
2. Nightfall
3. Silent Through the Screaming Crowd
4. The Tunnel
5. Into the Abyss
6. Glass Eyed Child
7. Grinding Dreams
8. Strenght from My Wounds
9. My Crown
10. Ab Aeterno

Line-up :
Corrado Ciaccia – Bass
Flavio Gianello – Guitars
Francesco Amerise – Vocals
Alessandro Santilli – Drums

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