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Recensione : King Carnage – Ounce Of Mercy, Pound Of Flesh

Dai recessi più profondi, dalle paludi limitrofe a San Francisco emerge minacciosa una creatura ben più pericolosa degli alligatori che popolano le più lontane Everglades: il suo nome è King Carnage e farete bene a non dimenticarlo.

King Carnage – Ounce Of Mercy, Pound Of Flesh

Dai recessi più profondi, dalle paludi limitrofe a San Francisco emerge minacciosa una creatura ben più pericolosa degli alligatori che popolano le più lontane Everglades: il suo nome è King Carnage e farete bene a non dimenticarlo.

In un momento storico nel quale molte band vanno alla ricerca di un sound death più vicino, per quanto possibile, a quello proposto alle origini del genere, questa one man band statunitense va un passo oltre, proprio perché quello che si ascolta qui non è un puro riferimento estetico: la sporcizia, la malvagità e in generale l’aura malsana che trasuda dalle note di Ounce Of Mercy, Pound Of Flesh è quanto di più genuino e meno costruito si possa avere l’occasione di ascoltare.
Una produzione pulita, suoni così perfetti da sembrare riprodotti da una macchina, passaggi melodici inseriti ad arte per ottenere l’attenzione anche degli ascoltatori più distratti ? Ebbene, dimenticate tutto questo: a The Left Hand (alias Patrick Brown) interessa solo riversare nei nostri padiglioni auricolari una colata lavica di suoni brutali quanto grezzi, in grado di inchiodarci alla poltrona senza utilizzare neppure quel “grammo di misericordia” sadicamente promesso nel titolo.
Quel “Carnage”, che è un elemento del monicker, non può fare a meno di riportare alla memoria la seminale band che, assieme a Dismember ed Entombed, costituì la triade sulla quale fu poggiata la prima pietra (tombale) del death metal svedese, anche se il musicista californiano fa inevitabilmente riferimento anche alla lezione impartita, a quell’eopca, dai connazionali Morbid Angel, Obituary e Suffocation.
Citare un brano piuttosto che un altro, in un contesto di tale compattezza, può risultare superfluo anche se la title-track merita una menzione a parte proprio per la sua relativa varietà rispetto alle linee guida principali.
Se vogliamo, l’unico limite dei King Carnage potrebbe essere proprio la sua natura di one man band, aspetto che tende ad accentuare il carattere minimalista del songwriting, facendo sì che, per esempio, gli assoli di chitarra siano presenti in forma pressoché omeopatica.
Ma tutto ciò finisce anche per favorire l’aspetto più brutale e privo di compromessi dell’operato di The Left Hand che, in fin dei conti, è la caratteristica peculiare di questo disco, straconsigliato a tutti i deathtsers più incalliti, anche se potrebbe trovare maggiori estimatori in quelli un po’ più attempati e quindi più avvezzi a sonorità meno “leccate”.

Tracklist:
1. Blade Efficacy
2. In Death Overshadow Thee (The Coffin Squeeze)
3. Provakate, Evizerate, Emasikate
4. Lord Sabotage
5. Scion’s Salvation (The Flesh Foundry)
6. Ounce of Mercy, Pound of Flesh
7. Archetype of Evil
8. Making Angels in Blood

Line-up :
The Left Hand

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