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Recensione : KILLER KIN – S/T

KILLER KIN – S/T

Next big thing del rock ‘n’ roll, autentici losers o meteora/fuoco di paglia? Time will tell, solo il tempo (e le loro future mosse) lo dimostrerà, ma per il momento questo debutto omonimo appena sfornato (28 aprile, su Dead Beat Records) dei Killer Kin, quintetto statunitense proveniente da New Haven (Connecticut) il cui moniker è ispirato al compianto ex bassista dei New York Dolls (Arthur “Killer” Kane) si lascia ascoltare e va giù che è un piacere.

La band arriva all’esordio sulla lunga distanza dopo aver precedentemente pubblicato una manciata di energici singoli all’insegna di un torrenziale R’N’R sfrenato, e anche questo primo Lp non si discosta dal mood sonoro dei primi passi: Stooges (con un particolare ascendente ispiratore di Iggy Pop sul frontman del combo, Mattie Lea) Radio Birdman, Saints, Ramones, Cramps, Rocket from the tombs, Dead Boys, le succitate NY Dolls e MC5 sembrano essere le rozze coordinate soniche che guidano il cammino sonico dei KK, capitanati dal selvaggio guitar sound di Chloe Rose (e non possiamo che essere strafelici di questa matrice femminile) in combutta con Brady Wilson, supportati da una torrida sezione ritmica a cura del batterista Jason Kyek e del bassista Marco Carotenuto.

Dotati di un’ottima presenza scenica, e protagonisti di live set infuocati in giro per gli States, i nostri sembrano essere genuini nel loro essere sciatti e fuori moda (e soprattutto fregandosene di esserlo) cercando di guadagnarsi credibilità sbrodolando in dieci brani una cascata di riff grezzi, ritmi esplosivi e vocals a rotta di collo, con pezzi come “On the chain” e “Stunner” che suonano come una versione anfetaminizzata delle Dolls, “Motörbanger” è praticamente Iggy (& The Stooges) di “Raw Power” ringiovanito di quarant’anni e strafatto di speed, in “Sonic Love” pare di immaginare come sarebbero stati gli MC5 in chiave hardcore punk, o “Mr. Dynamite“, “Hound Howl“, “Damned and doomed“, “Shock collar” e “Cross that line” che non avrebbero sfigurato nel repertorio di gruppi come New Bomb Turks, i primi Hellacopters, i Lords of Altamont o i Reatards.

Questi ragazzacci sono da tenere d’occhio per il futuro, sperando che mantengano questi standard di lerciume e, anzi, aggiungano ancora più cattiveria alle loro facce e azioni, e anche se non diventeranno mai “famosi” o popolari, in realtà, non ce ne importa nulla, perché questa è la roba zozza che ci piace e ne vogliamo ancora di più.

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