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Recensione : Killer Boogie – Detroit

"Detroit" è un viaggio psychedelico che si rinnova ogni volta che schiaccererete il tasto play del vostro lettore.

Killer Boogie – Detroit

Detroit Rock City, la città dell’industria automobilistica americana, famosa in ambito musicale per aver dato vita nei seventies ad una scena (quella garage/punk) entrata di diritto nella storia del rock, scende prepotentemente in campo in questo elettrizzante debutto dei romani Killer Boogie, formati da Gabriele Fiori (Black Rainbows) chitarra e voce, Luigi Costanzo (The Wisdoom) alle pelli e Matteo Marini al basso.

Un rock’n’roll sporcato di blues acido ed un’attitudine estremamente vintage e garage punk, creano questa bomba sonora in arrivo direttamente dagli anni settanta e apertamente figlia di The Stooges, MC5 e Blue Cheer, un viaggio lisergico nei meandri nascosti di una città in mano a bande motorizzate comandate da boss strafatti in trip da pistoni e cilindri, fulminati da gite fuori porta in mezzo al deserto, persi e stravolti da assolate spedizioni alla ricerca di funghi magici.
La partenza avviene col botto con due brani rock’n’roll colmi di fuzz, arrembanti e stonerizzati da elettricità garage come Bad Rebel e Riding The Wind: la banda accende le moto e lascia la città, My Queen violentata da un riff eclatante accompagna i bikers verso il deserto, mano sul manubrio e l’altra ad accarezzare le cosce della propria regina seduta dietro.
Il deserto si avvicina e lo stupendo blues stoner di Little Flower accompagna i viaggiatori nel bel mezzo dell’arido paesaggio: si macinano chilometri, il sole brucia e Cosmic Eye irrompe con il suo andare lisergico, le menti si offuscano, i miraggi si moltiplicano indotti da sostanze acide, i passi si fanno lenti, trascinati da un incedere mellifluo, si accennano danze sabbatiche, trasportati da suoni psichedelici, il viaggio vero e proprio è iniziato.
Silver Universe, grandioso brano acustico dall’impronta sabbathiana, lascia un po’ di respiro, prima di affrontare il viaggio di ritorno e, con Summertime, splendido rock/stoner infarcito di rock anni sessanta, le moto tornano a ruggire e The Golden Age ci riporta su strade percorse da The Stooges e Blue Cheer.
Siamo ai saluti, The Boys Are Back In Town e Dynamite esplodono, in un hard rock carico di effetti e distorsioni dandoci appuntamento al prossimo viaggio, direttamente nell’America settantiana: album che più vintage di così non si può ma tremendamente affascinante, Detroit è un viaggio psichedelico che si rinnova ogni volta che schiaccerete il tasto play del vostro lettore e quando capirete che non potrete più farne a meno sarà troppo tardi.

Tracklist:
1.Bad Rebel
2.Riding The Wind
3.My Queen
4.Little Flower
5.Silver Universe
6.Cosmic Eye
7.Summertime
8.The Golden Age
9.Dynamite

Line-up:
Luigi Costanzo – Ddrums
Gabriele Fiori – Guitars, Vocals
Matteo Marini – Bass

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