E’ con i nove brani di “I Couldn’t Be With You Even If I Wanted” che i June Miller (Ale, Fede, Giacchetta, Seba, Matteo), band di confine tra Liguria e Toscana, debuttano sulla lunga distanza. Il disco, mixato da Chris Crisci (The Appleseed Cast) e Giorgio Borgatti (Three In One Gentleman Suit), unisce in maniera magistrale umori post rock, attitudine indie rock, alta qualità tecnica e raffinato gusto musicale.
L’album si apre con il tenue esplodere di “Finale” (brano in grado di abbracciarci e trasportarci in mondi lontani anni luce dalla realtà) e con il morbido ed avvolgente crescere di “Zen Gain”. “Penrose Stairs”, suddivisa in tre parti, si compone di echi lontani e urla controllate (prima parte), intensi tracciati sonori (seconda parte) e minuscoli crescendo (terza parte). “Cold Air”, partendo da note sottili e sognanti, aumenta in intensità fino ad esplodere, disintegrarsi e ripartire ancor più morbida ed intima, mentre “Howard”, ondeggiante tra strofe in cui perdersi e ritornelli più energici, lascia spazio alla pacata “Distances” e alle empatiche note della conclusiva “The Firefly”.
I June Miller sfornano un disco molto maturo e decisamente affascinante: l’intreccio strumentale affascina, convince e coinvolge (ottime le melodie generate da chitarre e tastiera, incredibile il lavoro svolto alla batteria), mentre la voce, squillante e delicata, compare sempre nel momento giusto al posto giusto. Un ottimo lavoro che riesce a combinare insieme The Appleseed Cast, Sigur Ròs e Dredg senza perdere la propria personalità. Un album da ascoltare.
TRACKLIST:
01. Finale
02. Zen Gain
03. Penrose Stairs (Part I)
04. Penrose Stairs (Part II)
05. Penrose Stairs (Part III)
06. Cold Air
07. Howard
08. Distances
09. The Firefly