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Recensione : Ikitan – Shaping the chaos

Il trio possiede la capacità di far rumore in maniera onirica e fa scaturire tante emozioni, attraverso una musica strumentale di alto livello, suonando paesaggi sonori ad ampio respiro fra post rock pesante come lo definiscono loro stessi, post metal per arrivare ad un qualcosa che fanno solo loro e che è tutto da sentire.

Gli Ikitan sono un trio genovese in giro dal 2019, “Shaping the chaos” autoprodotto e distribuito da Taxi Driver Records è il loro primo lavoro sulla lunga distanza dopo aver debuttato nel 2020 con “Twenty-Twenty” una traccia unica di venti minuti, poi fatta uscire in versione dal vivo nella splendida cornice di Forte Geremia sulle alture dietro Genova.

Il loro suono è qualcosa che non è facile da descrivere per varietà e bellezza, fanno post rock e post metal strumentale. “Shaping the chaos” è un titolo molto adeguato dato che gli Ikitan riescono a far prendere forma al caos attraverso un intreccio sonoro di rara bellezza e di grande profondità. Il trio possiede la capacità di far rumore in maniera onirica e fa scaturire tante emozioni, attraverso una musica strumentale di alto livello, suonando paesaggi sonori ad ampio respiro fra post rock pesante come lo definiscono loro stessi, post metal per arrivare ad un qualcosa che fanno solo loro e che è tutto da sentire. Le nove tracce di “Shaping the chaos” sono in pratica l’opera omnia del gruppo fino ai giorni nostri, e toccano una vasta gamma di emozioni, con quella capacità tipica del post rock di viaggiare sottopelle per poi esplodere in mille colori e con una forza deflagrante, per poi riverberare in mille luci ancora per molto tempo.

L’affiatamento del trio è palese e molto forte, suonano come un solo organo musicale e il risultato è una chimera sonora affilata con il mondo che esplode nella bellissima copertina di Luca Marcenaro, artista davvero visionario come gli Ikitan, con il quale è molto in sintonia. L’ispirazione di questo disco arriva direttamente dalla più grande ricchezza che possediamo e che spesso non consideriamo, il nostro pianeta Terra e i suoi luoghi insoliti, qui celebrati molto bene dagli Ikitan.

Ci sono anche musiche e strumenti da altre latitudini come in Natron che è un pezzo bellissimo dove suona un violino commovente di Roberto Izzo e che racchiude in sé tutte le particolarità di un gruppo che apre mondi nota dopo nota, per gli esploratori sonori che non vogliono fermarsi ad un suono o ad una situazione musicale. Tutte le tracce sono bellissime, anche quelle più brevi, c’è una linea continua fatta di meraviglia e di potenza sonora, di ricchezza espressiva e di vita, musica e vita.

Ikitan – Shaping the chaos

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Tracklist
1. Chicxulub 02:18
2. Lahar 05:29
3. Darvaza 06:29
4. Sailing Stones 06:15
5. Natron 10:25
6. Bung Fai Phaya Nak 06:51
7. Brinicle 07:03
8. Blood Falls 05:27
9. 52 Hz Whale 02:10

GLI Ikitan sono:
Luca Nasciuti: guitars
Frik Et: bass
Enrico Meloni: drums and cowbell
Olmo Manzano: percussions on “Natron”
Roberto Izzo: violin on “Natron”

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