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Recensione : The Queen Is Dead Volume 50 – If I Die Today \ Smoke \ Autune \ Cenozoa

If I Die Today \ Smoke \ Autune \ Cenozoa: quarto disco per gli italiani If I Die Today, “ The Abyss in Silence “, il primo per Argonauta Records. Il gruppo è assai conosciuto anche fuori dai confini italiani

The Queen Is Dead Volume 50 - If I Die Today \ Smoke \ Autune \ Cenozoa

The Queen Is Dead Volume 50 – If I Die Today \ Smoke \ Autune \ Cenozoa

If I Die Today

Quarto disco per gli italiani If I Die Today, “ The Abyss in Silence “, il primo per Argonauta Records.

Il gruppo è assai conosciuto anche fuori dai confini italiani per il suo post hardcore molto intenso e di alta qualità, e questo loro ultimo lavoro è la migliore testimonianza di tutto ciò. Il disco è una successione ininterrotta di lava musicale, con riferimenti come Converge, Dillinger Escape Plan e tutta la scuola del pst hardcore contemporaneo che sta portando l’hardcore dritto nel suo futuro. Questo futuro gli If I Die Today lo conoscono molto bene e ne hanno un’idea molto chiara e avanzata, attraverso la loro musica che è un continuo saliscendi, emozioni su emozioni, cambi di tempo, esplosioni e momenti di riflessione.

La costruzione sonora delle loro canzoni è dettagliata e stratificata, verte sempre sulla potenza che si combina con la melodia, ed è fatta per essere suonata dal vivo, perché viene da lì, dal contatto e dall’energia con il pubblico. Il collettivo possiede anche un bel bagaglio tecnico che gli permette diverse soluzioni in modo da variare il tutto. “ The Abyss in Silence “ è un disco molto moderno, figlio di una concezione altra dell’hardcore, che prende le mosse dalla tradizione più profonda di questo genere, ma che lo traghetta altrove in una dimensione più metal e moderna.

Pezzi come “White Noise “ (anger) fanno capire in maniera approfondita qualcosa che è difficile spiegare a parole, e anche la grande versatilità del gruppo, che si sa esprimere benissimo in labirinti sonori differenti fra loro.

Quarta prova e ulteriore tassello di un percorso sonoro importante e molto piacevole da sentire, grande personalità e chiara visione del rumore che sarà.

Smoke

Può un disco imbevuto di musica southern, blues, hard rock, stoner e musica bajou provenire dall’Olanda ? Certo se chi lo fa sono gli Smoke, gruppo nato fra le città di Bergen Op Zoom e Roosendaal nel nord della regione del Brabante.

Gli Smoke debuttano in maniera incredibile con questo “ The Mighty Delta Of Time “ pubblicato da Argonauta Records che sembra provenire direttamente dalle paludi del sud degli Stati Uniti, là dove i fiumi percorrono dimensioni parallele e tutto muta, eccetto la musica e la maniera di farla.

Il gruppo olandese riesce nella non facile impresa di essere altamente credibile facendo qualcosa che non rientra nella propria cultura di origine, e di farlo benissimo, anzi meglio di tanti gruppi originari di quelle parti. Il loro debutto possiede molte tonalità di colori che permettono di addentrarsi in diversi stili musicali.

Oltre alla fortissima vena southern i nostri sanno destreggiarsi assai bene anche con il desert rock e con momenti più riflessivi ed introspettivi come la traccia “ Bereft “ e la successiva “ Riverbed “, che mutano l’orizzonte sonoro e non solo, portando l’ascoltatore nella malinconia di terre assolate e destini maledetti.

Impressiona molto la completa padronanza di diversi stili musicali che hanno gli Smoke, cosa che gli permette di musica incisiva e di essere uno dei migliori gruppi europei in questi generi. Il disco suona molto genuino e spontaneo, non scevro però da un’ottima struttura compositiva che rende possibile molte cose.

“ The Mighty Delta Of Time “ è esattamente cosa propone il titolo, un viaggio in un tempo ed in un luogo differente, grazie ad una musica molto evocativa e di ottima fattura, non facile da trovare di questi tempi, fatta con passione e competenza sonora. Debutto di spessore e disco da sentire e risentire molto volentieri, capace di far nascere diversi sentimenti che parevano sopiti.

Potrebbe essere anche un’ottima colonna sonora per le prime due stagioni della serie tv “ True Detective “, o semplicemente un grande disco per fermarci e pensare.

Autune

“ Komorebi ” è il nuovo album di Autune pubblicato da Trulletto Records e distribuito da Believe Music Italia. Komorebi è una parola complessa, come quasi tutte quelle della lingua giapponese nel senso che sono composite e che possono significare diverse cose, di cui il significato si può tradurre con “ la luce che filtra dalle foglie degli alberi “ ed è un concetto che sta molto bene con la musica di Autune, al secolo Davi Vale nato in Puglia ma poi trasferitosi in Svizzera la cui natura è una forte ispirazione per lui. Autune scandaglia la connessione tra natura e uomo nei suoi lavori, come queste dieci tracce pervase da elettronica di ottima qualità e ambient.

La sua musica è un flusso continuo di positività e di suono che sconfinano fra i generi e fra uomo e natura, in un continuum creativo molto piacevole e da scoprire.

Ci sono anche momenti notevoli di orchestrazioni fatte davvero bene, con un gusto neoclassico non comune. La profondità e la ricchezza di Autune non è però stranezza o voglia di stupire, ma seria ricerca musicale e sincera voglia di comunicare qualcosa. “ Komorebi “ è un’opera che non è figlia di questi tempi ansiolitici e nevrotici, ma si prende il suo tempo e lo fa prendere anche a chi l’ascolta, non è intrattenimento ma miglioramento e apprendimento. In alcuni momenti il disco sfiora anche i lidi del post rock, e sono più di uno i puntini di collegamento con quel genere, ma c’è molto di più di discorsi di genere.

Un notevole compositore moderno che rende molto bene i suoi universi sonori che hanno tanto dei suoi pensieri e tantissimo della natura che lo circonda.

Cenozoa

I Cenozoa sono un duo post metal e post rock proveniente dalla Grecia, e formato da Savvas Malliaros e da Vasileios Chalas, e sono al loro debutto su lunga distanza con “ Poems From The Sea “, autoprodotto.

Il duo afferma di ispirarsi ai giganti di queste latitudini, gruppi come gli Isis, Swallow The Sun, Cult Of Luna e The Ocean. Queste influenze sono chiaramente avvertibili e manifeste nel suono dei Cenozoa, che rielaborano tutte queste cose e le rendono loro in maniera molto personale.

Si parte dal post rock e dal post metal per andare molto lontano, con uno stile musicale dal sapore molto cinematografico, che spinge molto lontano l’immaginazione dell’ascoltatore, che si trova davanti un duo dalla sconfinata musicalità, che riesce a costruire canzoni liquide, per davvero poemi che vengono dal mare come afferma il titolo. Tutte le tracce contengono molti elementi al loro interno, fra melodie molto fini e belle, parti più dure, ma su tutte una dolcezza e un calore bianco che conquistano al primo ascolto.

I Cenozoa sono quei gruppi che amano far nascere immagini ed emozioni, guardano lontano e sono progressive sotto il punto di vista delle composizioni ariose, potenti ed immaginifiche, costruite attraverso labirinti sonori che anche senza trovare l’uscita è bellissimo.

Debutto importante, colonna sonora delle visioni del duo che compare sulla scena con una notevole massa musicale, con tracce che vanno ascoltate più volte per cogliere tante cose e tanti particolari che rendono molto bello il tutto, facendo sognare e non è poco di questi tempi.

 

 

 

 

 

 

 

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