“Di vero niente” è uno dei prodotti made in Italy migliori che mi sia capitato ascoltare negli ultimi mesi: una miscela di indie, venature elettroniche, wave e rock di stampo italico.Spulciando nel web si scopre poi che la band ha un passato non molto lontano di estrazione metal, e che questo disco arriva dopo una evoluzione stilistica notevole.E quindi viene da rimanere ulteriormente sorpresi positivamente dagli Hv, che sono riusciti in uno sforzo intellettuale notevole nel plasmare una creatura autonoma e solida, in salute e ispirata.Le melodie maliconiche di synth che avvolgono l’ album sono a parer mio una delle chiavi del risultato del gruppo, perchè ultimamente, nella bordatata marasmatica di band che sfruttano soft synth di tappeto, la maggior parte è carente di spessore e cerca unicamente di mascherare le lacune, senza un senso concreto.Altro punto forte è il cantato in italiano: anche questa peculiarità spesso ha dato problemi ed è stata vista come scelta commerciale in alcuni casi, ma gli Hv, grazie alle composizioni lessicali decisamente superiori alla media e alla sensuale voce della cantante Caterina riescono ad equilibrare al meglio le canzoni, arrangiate e colorate in modo sincero e preciso.Detto questo, si avvince in generale una coesione molto forte, dove ogni reparto strumentistico si abbraccia con gli altri senza difficoltà alcuna.Per gusto personale apprezzo maggiormente i brani con spiccate attitudini wave, che a tratti fanno pensare agli Echo and the Bunnyman ( l’ ottima Strategie) e sfumerei il lato più scanzonato.Comunque un gran bel lavoro, che può tranquillamente fare a meno di consigli basati su ” gusti personali”.