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Recensione : Humangled – Prodromes Of A Flatline

Gli Humangled sono riusciti a confezionare un disco convincente sotto tutti gli aspetti.

In questi anni le realtà che imprimono al death metal il loro marchio, specialmente se si parla della sua verisone classica, non parlano solo inglese o svedese ma, fortunatamente anche italiano (anzi, toscano).

Gli Humangled, provenienti da Pisa, fanno parte di quella categoria di band che, pur non nascondendo le proprie influenze, sono riuscite a confezionare un disco convincente sotto tutti gli aspetti, suonato e prodotto alla grande, creando un muro di musica estrema e raccogliendo il meglio delle loro fonti di ispirazione per scaraventarlo sullo spartito di questo monumentale Prodromes Of A Flatline. secondo lavoro in studio sulla lunga distanza in quasi vent’anni di attività.
Ok, sono di parte quando si parla di Dan Swanö, ma dove mette le mani il padre del death metal melodico svedese (in questo caso alla produzione), il lavoro non può che avere una marcia in più e, infatti, Prodromes Of A Flatline esce come un mostro dalla bocca di un vulcano, sbaragliando a suon di riff anche le uscite di gruppi più quotati, in un’eruzione continua di death metal old school, che non ha un retrogusto stantio, ma si inserisce perfettamente in quello che è il genere nel nuovo millennio.
Gli strumenti viaggiano a velocità pericolosissime sottolineando, negli ottimi passaggi strumentali, l’ottima tecnica in possesso dei musicisti coinvolti ed il sound trabocca odio, violenza e attitudine, perfetta via di mezzo tra la scuola scandinava ed il brutal statunitense, con il terzo in comodo che di nome fa Carcass e a cui ci si inchina in devoto silenzio.
Grazie al come sempre notevole lavoro di Swanö in consolle, il suono esce nitido, pulito, così che l’ascolto risulta piacevole, anche nei tanti momenti di devastante tsunami musicale, compresso in brani che non perdono un’oncia in ferocia e brutalità per tutta la durata dell’album.
Sottolineo, per dovere di cronaca, le ottime Liberté, Egalité, Brutalité, che dà via al massacro, Foretasted in Flesh, Untastable Fear, Vegan Realm e la riuscita cover di To Mega Therion, brano di quel monumento al death metal sinfonico che è “Theli”, uscito per chi non lo sapesse (ma sarebbe peccato mortale, specialmente se state leggendo questo articolo) nel 1996 ad opera degli imprescindibili Therion.
Lavoro riuscito alla grande, che si aggiunge agli ultimi ottimi album usciti lungo lo stivale, ed assolutamente da avere se siete amanti di musica estrema, dal death metal classico al brutal.

Tracklist:
1. Liberté, Égalité, Brutalité
2. 4: 03
3. Men of Straw
4. Foretasted in Flesh
5. Intimacy Curse
6. Untastable Fear
7. Fragments
8. Cauterized
9. Vegan Realm
10. To Mega Therion (Therion cover)

Line-up:
Luke Scurb – Guitars
Andrew Goreds – Vocals
Fred Valdaster – Drums
Matt Prandex – Bass
Jean Edifizi – Guitars

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