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Recensione : High On Fire – Cometh the storm – MNRK Heavy

Gli High On Fire insegnano come devastare con la musica pesante ed insegnano come fare un disco che spacca le ossa e che al contempo ti faccia stare bene.

High On Fire – Cometh the storm – MNRK Heavy

I tre barbari firmano un lavoro che farò la gioia di chi ama questo gruppo, mostrando anche qualche possibile nuova sfaccettatura del loro suono come in “Cometh the storm”, entrando direttamente con questo disco sui podio della loro già ottima discografia.

Nuova puntata sonica per la creatura di Matt Pike, gli High On Fire con il nuovo “Cometh the storm” in uscita per MNRK Heavy. Registrato al GodCity Studio di Salem, Massachusetts, con il produttore Kurt Ballou, il loro nono disco suggella i venticinque anni di attività e l’ingresso nel gruppo del nuovo batterista, Coady Willis ex Big Business e Murder City Devils.

Il loro lavoro precedente era “Electric messiah”uscito nel 2018, e di cose ne sono successe da quell’uscita, e gli High On Fire tornano rilanciano con un disco che è fra i loro migliori, sicuramente il più influenzato da musiche altre e in special modo da quelle orientali, pur rimanendo granitici, pesanti e veloci.

La musica di Matt Pike e soci è sempre stata estrema a modo suo, partendo dagli insegnamenti dei Celtic Frost, dei Motorhead e Black Sabbath per approdare ad una sintesi originale che si è andata consolidando disco dopo disco, creandosi uno stuolo di ammiratori senza compromessi, e “Cometh th storm” è un omaggio proprio a loro. Qui, in misura maggiore rispetto agli altri dischi, gli High On Fire suonano come se fossero capitanati da Conan il Barbaro e altri due cimmeri, combattendo, squarciando carni e calpestando ossa, per poi festeggiare razziando anche gli dei sconfitti.

Il loro suono è qui presente nella sua forma migliore, Pike raramente ha avuto visioni musicali così nitde e la produzione di Ballou è eccellente, grazie alla sua capacità di comprendere, compenetrare e completare il gruppo prodotto, diventandone quasi un membro a sua volta. Già dal maestoso e bellissimo singolo “Buring down”, accompagnato da un bel video, si era capito che Pike era tornato alla sua caratura sonora preferita dopo la ottima licenza con Pike Vs The Automaton, tornato per firmare un disco devastante che non prende prigionieri, molto intenso e suonato benissimo.

Gli High On Fire insegnano come devastare con la musica pesante ed insegnano come fare un disco che spacca le ossa e che al contempo ti faccia stare bene. Pike graffia con al sua voce mentre suona milel riffs con la chitarra, Matz al basso è pura devastazione , mentre Willis essendo da sempre amante degli High On Fire corona un sogno partecipando alla devastazione.

Non c’è un momento sprecato, un qualcosa lasciato anche solo in consegna momentanea alla noia, tutto è veloce e concatenato al pezzo prima e a quello dopo, scatenando quell’entusiasmo furioso che solo gli High On Fire sanno come provocare.

I tre barbari firmano un lavoro che farò la gioia di chi ama questo gruppo, mostrando anche qualche possibile nuova sfaccettatura del loro suono come in “Cometh the storm”, entrando direttamente con questo disco sui podio della loro già ottima discografia.

Uno fra i possibili dischi dell’anno, deragliando nel fuoco.

High On Fire – Cometh the storm

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