Un inciso vecchio come il rock’n’roll vuole che chi, appassionato di musica, ma ipodotato a suonarla, si dia a scriverne. Io mi ascrivo, ça va sans dir, a questa categoria.
Quindi ogni buon imbratta fogli come me, dopo aver passato più o meno 35 anni ad ascoltare musicaccia rumorosa, sviluppa poche solide certezze, una fra queste è il poter avere un minimo di competenza per tracciare paragoni fra il disco di cui si vorrebbe parlare e altre band preesistenti.
La faccenda si complica quando ci si imbatte in una formazione come gli Heat Fandango che, essendo difficilmente etichettabili, pongono al recensore tapino soverchie difficoltà.
Comunque ragazzi, siccome non ve ne voglio, proverò a dire ai miei lettori cosa, all’incirca – presumo – vi dilettate a suonare. Cominciate con un pezzo alla Girls vs Boys come Reboot System, che dà il titolo al disco, per poi passare al vostro brano migliore, Controlled, che si snoda su di una tensione spasmodica arricchita com’è da virtuose e improvvise progressioni. Anche quando vi “buttate” su di una certa elettro wave tendente al dark come in Guilty non sembrate affatto scontati ed il rischio, si sa, si corre. Anche l’ irrequitezza tipica dei primi Ultravox di Here They Come è una cosa che vi riesce molto bene e la chiusura incalzante di I Wish U mette il sigillo a un disco più che buono.
Anche questa volta il risultato lo ho portato a casa ma che fatica, gruppi, please, siate più lineari, ho un’età.