dal 1999

Recensione : Hartal! – Hartal!

Avere fra le mani lavori come questo è sempre una grande soddisfazione.

Hartal! – Hartal!

I veneti Hartal! (prima si facevano chiamare Afraid!) debuttano sulla lunga distanza con i sei brani del loro omonimo disco. Il lavoro, pubblicato per DiNotte Records, V4V Records e Indastria Records, si immerge a capofitto nella psichedelia, coinvolgendo e interessando anche l’ascoltatore più improbabile.

La strumentale Uno, costruita su un ossessivo ripetersi di accordi, ipnotizza con il suo incedere e la sua melodia, sfociando nella più strutturata Barefoot Empire (gli accordi non cambiano, ma si aggiungono batteria, voce e calore). Il più veloce muoversi di Old Chicken Makes Good Broth, sviluppando urla più intense (ma pur se
mpre ben impastate con la parte strumentale), lascia con lo sguardo sbarrato a fissare il vuoto, mentre i colpi di batteria (uniti a chitarra e basso) rimbombano con forza dentro le nostre orecchie e il nostro corpo. Megaloo V, invece, portandosi dentro un leggero senso di inquietudine, sviluppa atmosfere più misteriose e intriganti, introducendo il selvaggio sfrecciare dell’inarrestabile Chasing The Beaver.
Ogoniland, infine, avendo dalla sua l’ampio minutaggio, dà il colpo di grazia, tramortendo con il suo lungo e pacato ondeggiare che sfocia in un finale intenso (dove ad aver la meglio è un imprevisto inserirsi di saxofono).

Con questo disco gli Hartal! dimostrano fin da subito di essere una band dal notevole potenziale. I sei brani proposti, allo stesso tempo differenti ma simili fra loro, danno vita a un lungo flusso di coscienza che chiede con forza di ripetersi più e più volte. Avere fra le mani lavori come questo è sempre una grande soddisfazione.

Tracklist:
01. Uno
02. Barefoot Empire
03. Old Chicken Makes Good Broth
04. Megaloo V
05. Chasing The Beaver
06. Ogoniland

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