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Recensione : Guns And Roses – Use your illusion I & II

Torna uno dei mastodonti più discussi della storia dell'hard rock, " Use your illusion I & II" dei Guns And Roses. I dischi uscirono entrambi il 17 dicembre 1991, e vengono ora riproposti in una mega ristampa dalla Universal Music in edizione rimasterizzata con moltissimi bonus, live e materiale inedito.

Torna uno dei mastodonti più discussi della storia dell’hard rock, ” Use your illusion I & II” dei Guns And Roses. I dischi uscirono entrambi il 17 dicembre 1991, e vengono ora riproposti in una mega ristampa dalla Universal Music in edizione rimasterizzata con moltissimi bonus, live e materiale inedito.

Ci saranno vari box set  : da quello composto da 12 vinili o quello di 7 cd entrambe con bluray aggiuntive, alle edizioni singole in vinile e digitale. Le tracce sono in tutto 97 delle quali 63 inedite, rimasterizzate con frequenza 96 khz in 24 bit dai nastri originali, un suono davvero potente e preciso.

I due dischi furono un netto punto di svolta per il combo losangelino, reduce dall’incredibile successo di pubblico di “Appettite for destruction”, una delle pietre miliari dell’hard rock mondiale, e opera che li mise sulla mappa. Il doppio disco era il punto più alto dell’ambiziosa visione che avevano i G’N’R della loro carriera, o almeno della sua prosecuzione.  I due album vendettero tantissimo, oltre cinque milioni di copie, furono sette volte disco di platino, e fino ad oggi ha venduto maggiormente il secondo rispetto al primo, che è sempre rimasto un pò in ombra. Cosa cambia nel suono con questi due albums ? Tutto, o quasi tutto.

Il gruppo prende consapevolezza dei propri mezzi e ambisce a diventare ciò che ha sempre realmente sognato a discapito di una certa immagine che si erano dati, ovvero essere il miglior gruppo pop del mondo, e con questi due dischi ci sono andati molto vicino. La genesi delle due opere fu alquanto complicata e difficile, dato che gli ego che stavano sotto lo stesso tetto erano belli grossi e litigiosi. Innanzitutto il gruppo aveva un nuovo batterista dopo l’uscita di Steven Adler a causa dei suoi problemi con l’eroina, ed ecco entrare dai The Cult Matt Sorum, davvero un ottimo elemento che ha contribuito molto al nuovo suono, e troviamo Adler solo su  “Civil war”.

Una delle prime cose che colpiscono l’ascoltatore è il differente missaggio dei pezzi, molto più in alta fedeltà e precisi rispetto ai lavori precedenti grazie al lavoro di Bill Price, che sostituì Bob Clearmountain che aveva già lavorato su 22 brani ma il gruppo non era soddisfatto della sua opera. L’impatto delle canzoni è molto differente, anche perché troviamo una maggiore apertura musicale rispetto ai primi due dischi “Lies” e ” Appettite for destruction”, e l’anima hard rock rimane anche se si fonde maggiormente con pop, blues e altre istanze musicali che in precedenza erano rimaste fuori dalla loro poetica musicale.

Un’altra componente fondamentale di questi due dischi è la smisurata ambizione che questi ragazzi avevano, quella di diventare la più grande band della storia, Il problema è che i due dischi sono ottimi, ma insieme risultano troppo lunghi e dispersivi, con moltissime direzioni musicali anche in contrapposizione fra di loro. Canzoni come “November rain” sono la nuova vita dei Guns, mentre cercano di rimanere ancorati al passato in altri pezzi come “Back off bitch” che risale addirittura ad un bootleg dei loro primi demo chiamato “The Rumbo tapes” che conteneva altri pezzi che troviamo qui. La via musicale di questi due lavori è dismonogea è tutto ciò è al contempo sia la forza che la debolezza di questi lavori. C’è una ricchezza musicale e stilistica davvero notevole, che spazza via la fama di band monocolore dei G’N’R, ci sono autentici capolavori come la succitata “November rain”, nove minuti di ballata che oscilla tra la morte e la vita, con la rinascita come tema centrale, il singolo ammazza classifiche “Don’t cry” e “Civil war”, ma anche tante altre ottime canzoni che sono passate inosservate, e anche alcuni rimepibuchi che non sono all’altezza del resto.

Riascoltandoli in questa nuova forma smagliante i due dischi sprigionano ancora un’energia e delle canzoni davvero notevoli, e suonano ancora molto attuali, anzi se uscissero ora non ci sarebbe alcun problema, anzi. “Use your illusioni I & II” sono fra le creature più paradigmatiche dell’industria musicale di quegli anni, due bestsellers che ora come ora vedrebbero forse la luce sulle piattaforme di streaming ma non certamente nella veste in cui uscirono originariamente. Il doppio lavoro era la mossa che avrebbe dovuto portare i Guns And Roses sul tetto del mondo e la missione fu compiuta, ma fu in pratica il canto del cigno del gruppo, dato che se si esclude un disco di cover “Spaghetti Incident” del 1993, per ascoltare un nuovo album di inediti bisognerà aspettare il nuovo millennio con “Chinese democracy” del 2008, ma è tutta un’altra storia. Axl Rose si è sempre dichiarato un grande fan dei Queen, tanto da partecipare in maniera travolgente con Slash al famoso tributo a Wembley dopo la morte di Freddie Mercury, e proprio al trono pop di quel gruppo si è puntato con questo doppio disco, che raggiunge vette assai alte, ma anche momenti noiosi e non necessari-

Un doppio disco contraddittorio, come contraddittoria è stata la carriera dei G’N’R che hanno saputo regalare momenti di musica suprema al loro pubblico, per poi cadere tantissime volte, rialzandosi negli ultimi anni grazie a concerti nuovamente oceanici. 

Questa ottima ristampa rende con una qualità superiore due dischi che hanno segnato a modo loro la storia della musica e che racchiudono al loro interno tutte le bellezze, le grandezze dei Guns And Roses, come le loro piccolezze e le loro canzoni sbagliate, perché questi due albums contengono la loro vera essenza e sono due dischi con i quali molti gruppi si sono confrontati e si dovranno confrontare, due dischi di cui si parla troppo poco e questa è una grandissima occasione per riascoltarli.

Guns And Roses – Use your illusion I & II

 

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