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Recensione : Gum – But Woman Monkey

Stoner doom annichilente, per il secondo bellissimo album della band toscana.

Gum – But Woman Monkey

Come il lento discendere della lava dal pendio di un vulcano che inesorabilmente travolge ogni cosa al suo passaggio: questa è la sensazione primaria data dal secondo album dei fiorentini Gum, combo che suona uno stoner-doom apocalittico, inesorabile nel suo lento incedere, rabbioso e sofferto nella voce di una vittima travolta dalla lingua di fuoco.

Con sette jam che impressionano per maturità compositiva, i ragazzi toscani, forti di un songwriting eccezionale e compatti come un monolite, vanno a scomodare le migliori band del genere mantenendo però una propria e ben salda personalità.
Attivi dal 2006, dopo un paio di demo e un Ep, nel 2013 arrivano all’esordio su lunga distanza con “Agua Caliente”, bissato all’inizio di quest’anno da questo macigno sonoro che non lascia prigionieri, dalla tensione altissima; doom malato e ossessivo, alienato da una disperazione di fondo annichilente.
Un sound che trae spunto dagli Eyehategod, dallo stoner desertico dei Kyuss che appare in più di una occasione, consolidato nella bellissima title-track, il brano dalla ritmica più varia nel quale la band dimostra di saperci fare e non poco con gli strumenti e, ancora, più di un accenno ulteriormente appesantito anche a quel trip allucinato che fu il capolavoro “Sleep’s Holy Mountain”, capace oltre vent’anni fa di superare qualsiasi canone del genere.
La voce è sempre tarata su uno screaming che al primo ascolto potrebbe risultare monocorde ma che è invece l’elemento in più in grado di caratterizzare la musica di una band che non cede a qualsivoglia facile melodia.
I brani sono uno più bello dell’altro ma, oltre alla già citata title-track, a mio parere I’m The Universe, Crop Circle e la conclusiva Water sono capolavori stoner doom che vanno ad affiancarsi tranquillamente ai brani più riusciti dei maestri del genere.
Un altro grande album tutto italiano, che arriva dopo l’immenso lavoro degli Elevators To The Grateful Sky, due autentici must per il genere!

Tracklist:
1. Atomic God
2. But Woman Monkey
3. I’m the Universe
4. Children of Pripyat
5. Ferner & Cola Blues!
6. Crop Circle
7. Water

Line-up:
Boss – Vocals,bass
Gre – Guitar
Ambash – Guitar
Capitano – Drums

GUM – Facebook

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