I Guinea Pig, con questo 2, aprono la collana Ectoplasmi della Bloody Sound Fucktory dedicata a lavori andati persi, dimenticati e che mai hanno visto la luce. I quattro marchigiani (Andrea Carbonari, Lorenzo Memè, Giampaolo Pieroni, Francesco Zocca) morivano (come band) nel 2008, dopo l’omonimo ep del 2004 uscito per Psychotica Records. Alle stampe, però, non era arrivato tutto: 7 pezzi, registrati all’OginoKnaus Studio di Senigallia proprio in punto di morte, non uscirono mai da quelle mura. Ora, a distanza di anni, il materiale è stato recuperato.
Megamouth apre su ritmi e sonorità quasi tribali, per poi deviare su accordi dissonanti, una voce aspra e dura (come di un ubriacone che inveisce nella notte), e, infine, disperdendosi in una ampia coda strumentale (con annessa esplosione finale). Los Ninos Comen Pan Moreno Y Rica Luna segue la strada tracciata dal precedente pezzo, tuffandosi giù negli inferi del suono, tra grida sofferenti, ritmiche ossessivamente ripetute, synth ectoplasmatici e melodie cancerose. El Psycopata, cavalcata rock sbraitata-allucinata, ha nelle ossa un qualcosa alla Motorhead, ma è molto più strafatta di allucinogeni e autistica mentre,The Revenge Of Tosho Uboroboshi, prosegue tra sonorità alla Shellac (impazziti e marcescenti). Crumbs Of Cheese And Spiked Heels, torna più riflessiva e cerebrale, tra dialoghi chitarristici, voci malsane, esplosioni e un finale, tendente alla quiete, che si richiude su se stesso. XXX, però, non si lascia contaminare e riedifica, in un batter di ciglia, i muri sonori cacofonici su cui un’amara voce si riversa con forza, tra imprevisti momenti di quiete (apparente) e un più melodico finale. In conclusione, In The Court Of A Burger King, facendo il verso ai King Crimson nel titolo, conclude con i suoi 2 minuti di forza tellurica math rock.
I Guinea Pig con questo piccolo disco, mettono a nudo tutta la loro forza e il loro universo. Canzoni a metà tra post rock, noise e math rock. L’ascolto non è dei più facili, a causa delle sonorità rugginose e marcescenti, ma la tecnica, l’abilità compositiva e le idee ci sono tutte. Si potrebbero paragonare a Shellac o Rodan (in versione decisamente più patogena e compulsiva), ma riescono comunque a mantenere una propria identità precisa. Insomma, un disco ben fatto, ma ostico all’ascolto e orientato verso sonorità piuttosto specifiche (vedi suono rugginoso, psicopatico).
TRACKLIST:
01. Megamouth
02. Los Ninos Comen Pan Moreno Y Rica Luna
03. El Psycopata
04. The Revenge Of Tosho Uboroboshi
05. Crumbs Of Cheese And Spiked Heels
06. XXX
07. In The Court Of A Burger King