Grima – Devotion To Lord

Direi che a fine ascolto non sono soddisfatto, anche se in questi casi si apprezza sempre il tentativo di porre le basi per un "futuro solido " che arriva quasi sempre con l'aggiunta di altri componenti in grado di arricchire il sound

Grima – Devotion To Lord

Dalla Siberia con amore … e venerazione per ciò che Madre Natura ha compiuto da eoni.La geocronologia di certi luoghi vale quanto una sinfonia che non ha bisogno di esprimersi in echi sonori. Ma forse soltanto chi dimora negli stessi luoghi è colpito dal “Genius Loci” in grado di dare ,infine, qualche consiglio in più. E’ il turno dei Grima che decidono di uscire dai boschi innevati con questo piacevole (e “leggero”?) full-length, melodico e alquanto atmosferico, forse un po’ troppo.

Il disco sembra iniziare in un raccoglimento quasi sciamanico che davvero è in grado di aprire uno spazio-tempo dalla camera e portarci nel freddo statico siberiano (l’opening track  Ancient will become), ma con The beginning e Open the gates will return the only cold ritorniamo dritti dritti da dove siamo stati rapiti pochi minuti prima. Ecco che abbiamo già capito il meccanismo dei 20 minuti che seguono. Pero’ possiamo subito rassicurarci con la ballad che segue, In Dreams, per andare a fare quattro passi nel boschetto dietro casa, senza necessariamente usare la catarsi del freddo glaciale, ribadendo come l’avanzamento del disco può comunque funzionare in modalità sicura,  ovvero senza troppe pretese. Un impatto sonoro simile, ben riuscito, è stato prodotto qualche anno fa nel 2012 dai cugini ungheresi Grimness, con Dark Ashes of A Black Cult, un album che seppur mediocre riuscì a dare un colpo di coda alla polvere caduta da anni, ma siamo tuttavia a Krasnoyarsk , dove di sicuro se ci trovassimo ad affrontare alt(r)e latitudini, la suggestione farebbe il suo effetto.
Devotion to Lord si affranca bene dalla precedente traccia e ci regala un po’ di smalto per entrare in modalità cascadian, ritrovando il filo conduttore e unico fulcro dell’intero EP.. E anche la batteria elettronica non ci sta affatto male: precisa, pulita e sincera, in grado di dare un effetto consonante agli arpeggi modulati di Vilhelm ed ai suoi tappeti sonori. Il duo, che comprende anche Morbius al basso e chitarre soliste, non pecca certo di melodia e neanche di lentezza ritmica, e The Woods conferma un’aspettativa media che comunque si rivela affine al leitmotiv .
Direi che a fine ascolto non sono soddisfatto, anche se in questi casi si apprezza sempre il tentativo di porre le basi per un “futuro solido ” che arriva quasi sempre con l’aggiunta di altri componenti in grado di arricchire il sound, rafforzando la struttura dei brani. Eppure quasi più di venti anni fa uscivano dischi degli Abruptum nei quali un solo compositore era in grado di tirare fuori l’inferno, nel vero senso della parola.

TRACKLIST
1. Ancient Will Become
2. The Beginning
3. Open The Gates Will Return The Only Cold
4. In Dreams
5. Devotion To Lord
6. The Woods
7. Blood On The Snow

LINE-UP
Morbius : Guitars, Bass
Vilhelm : Vocals, Guitars, Bass, Keyboards, Programming

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