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Gevona

Sardonico ma soffice.  Alessio Zappala', cambia pelle ma non testa.

Sardonico ma soffice.  Alessio Zappala’, cambia pelle ma non testa, la passione che lo porta ad altri lidi sonori, lo evoca un Ulisse, in cerca di nuove Sirene da ascoltare. Avendo, al momento, lasciato da qualche anno un progetto ben evoluto ( I Palmiro Secondo ) , le idee si sono riformulate per attraccare con la sua AKAI sui lidi levantini liguri.
Cogoleto al centro di un salto ( o due ) generazionale , riporta chiari di luna atti a far muovere nuovi flussi musicofili, ed ecco lo stacco , il salto qualitativo che Gevona sta inculcando alle nuove leve.

L’intervista , non ha un luogo ma la flessibilità di messaggi wazzap e telefoni, rimandati e ricevuti tra Rauma e Sciarborasca, rendendo tutto più’ vivo e reale.

Suona come un testo dei Cappanera e fa più o meno cosi

1 Qual’e’ il tuo approccio con la musica e da cosa nasce l’idea per un nuovo progetto?

Il mio approccio con la musica è complicato, più che essere io ad approcciarmi a lei, è lei che ci prova con me. Un po’ come una maitresse con il suo schiavo, mi chiama a necessità e mi obbliga a farla, in qualsiasi modo. Così mi sono reinventato, nei ruoli e nel genere, per soddisfarla.

2 Vivendo nella Seattle ligure cosa ti incanta e suggestiona di Sciarborasca?

Sciarborasca e Cogoleto, per me, sono sinonimo di casa, anche se non sono uno con una grande vita sociale o con tante amicizie. Credo che diverse persone qui non sappiano neppure che esista, anzi, sto sul cazzo a molti. Essendo cresciuto qui, ho ricordi per ogni centimetro quadrato, anche se non conosco alla perfezione la toponomastica del mio comune.

Ho memoria di me in ogni luogo e lasciare questa “spazio sicuro” non è mai stata un’opzione.

3 Come etichetteresti Gevona ? Attitudinalmente cosa riesci a trasmettere?

Gevona è come i bambini pronunciano Genova. La musica che produco nasce dal gioco e dalla scoperta, con un sottofondo costante di cartoni animati, tra pennarelli colorati e disegni di unicorni e affini. Etichettarmi da solo non è facile, so che faccio qualcosa che è appartenuto più ad altri miei coetanei che a me. Dicono faccia musica dance fine 90 – inizio 2000, un pò  synthwave, progressive e techno.  Io so solo che questi generi non fanno parte dei miei ascolti, almeno direttamente, anche se a 18 anni ( 20000 anni fa) ho fatto un disco di musica elettronica.

4 Come vedi la musica al giorno d’oggi? Avendo cambiato diverse line up avrai il tuo da dire..

La musica che faccio oggi la vedo come il frutto della mia ennesima rivoluzione personale.Ho cambiato più volte pelle, tante persone hanno suonato con me, ora sono solo con il mio AKAI con il quale compongo integralmente i miei brani.Compongo quando ho voglia, a casa mia, facendo felice tutta la via.

5 A quale formazione sei tuttora legato?

Forse quando suonavo con Fausta “ la badante “ e Zippo. Non tanto per la musica, visto che ho sempre preso schiaffi e trovato porte chiuse, ma proprio per loro due. Li amavo ( e li amo ancora ) entrambi

6 Come ti relazioni con la musica attuale?

Con la musica di oggi mi relaziono male.Ho problemi sia ad ascoltarla che a farla. Sembra che io abbia preso un colpo in testa, che mi ha reso, sostanzialmente, molto diverso di prima.Ho sempre prediletto, diciamo dai 17 anni a 6 mesi fa, la musica con le chitarre belle distorte, quella musica alternativa italiana che oggi quasi non esiste più.Da 6 mesi, invece, comincio a riaprezzare sonorità elettroniche con grande stupore di chi mi vuole bene e, per questo, me ne vuole un po’ meno.

Sono sempre stato un gran cultore della musica alternativa italiana ma , ultimamente, sarà che oramai è diventata di largo consumo ( una volta faceva figo conoscere gruppi che nessuno conosceva o andare a live con 10 persone di pubblico ) o che nessuno più usa la chitarra ( diventa difficile trovare band nuove a me affini ) ho smesso di ascoltare musica con continuità e ho iniziato a cambiare un po’ gusto musicale.

Sarà l’età, sarà la botta in testa, sarà che ho sempre avuto problemi mentali ma non sono più quello di prima.

7 Dovessi fare una (o più) cover.. A chi penseresti

Domanda difficile.Non saprei. Non ho mai amato fare cover, nella mia vita musicale non ho quasi mai fatto cover, forse giusto 2 dal vivo con i Palmiro Secondo ( “figlio di puttana” degli Zen Circus e “abbronzatissima” di Edoardo Vianello). Però, vista la mia precaria lucidità mentale, potrei cominciare a farne tante, di gruppi di ieri o di oggi.

Nel caso ti avverto.

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