iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Frozen Dawn – Those Of The Cursed Light

Una cinquantina di minuti del tutto privi di momenti di stanca e convincenti su tutta la linea costituiscono l’ampio viatico per una promozione a pieni voti nei confronti dei Frozen Dawn

Frozen Dawn – Those Of The Cursed Light

La constatazione che della scena black metal spagnola non è che, in fondo, si sappia un granché, può trovare ragionevolmente una spiegazione nel fatto che si tratta di un movimento piuttosto ridotto a livello numerico, se non altro mettendolo a confronto con quelli delle altre grandi nazioni mediterranee.

I madrileni Frozen Dawn, però, ci mettono del loro per colmare tale lacuna presentandoci questo secondo lavoro su lunga distanza a base di un black stilisticamente definibile old schoool, ma sicuramente dotato di un groove e di un impatto melodico in grado di distinguerlo dall’essere una bieca riproposizione dei “bui” tempi che furono.
Del resto qui, piuttosto che Mayhem, Emperor od Immortal, troviamo atmosfere più vicine al versante svedese del genere, Necrophobic, Naglfar e anche Dark Funeral, in primis, ma resta il fatto che l’album si regge ampiamente sulle proprie gambe grazie a brani efficaci, memorizzabili, ottimamente eseguiti e dallo sviluppo armonico sempre ben presente. Molto di più, quindi, rispetto al canonico palla lunga e pedalare di matrice black’n’roll, Those of the Cursed Light vive anche di variazioni sul tema ed ampie fughe chitarristiche eseguite con gusto classico e capaci di marchiare a fuoco ogni singolo brano.
Lo screaming robusto di Grinder è appropriato e non infastidisce mentre il resto della band si esibisce con una certa precisione supportando il prezioso lavoro della chitarra solista, che trova la propria sublimazione in brani quali Blackened March, la title-track, la magnifica Nocturnal Sacrifice, l’altrettanto coinvolgente The Triumph of God Frost e la conclusiva e dal sentore epico, Kalte Seele, cantata in tedesco.
Una cinquantina di minuti del tutto privi di momenti di stanca e convincenti su tutta la linea costituiscono l’ampio viatico per una promozione a pieni voti nei confronti dei Frozen Dawn, i quali ci dimostrano una volta di più che si può suonare dell’ottimo black metal anche in paesi che evocano immagini di spiagge assolate piuttosto che quelle di sterminate ed innevate foreste.

Tracklist:
1. Banished, the Everlasting Confinement
2. Blackened March
3. Those of the Cursed Light
4. Circles of Frostbitten Ice
5. Nocturnal Sacrifice
6. Under Thy Throne
7. The Triumph of God Frost
8. Eternal Frost
9. Kalte Seele

Line-up:
Grinder – vocals & guitar
Arjan – drums
Davinia – bass & backing vocals
Lord Morgoth – guitar

FROZEN DAWN – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Eventide – Waterline

Gli Eventide offrono una versione dell’ambient drone intrisa da corpose sfumature jazz e sempre in grado di attrarre l’attenzione rifuggendo ogni stucchevolezza.

Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Hamferð – Men Guðs hond er sterk

Il sound della band di Tórshavn è talmente peculiare da sfuggire ad ogni tentativo di sommaria classificazione: il tutto avviene senza il ricorso a chissà quali soluzioni cervellotiche in quanto gli Hamferð mettono il loro smisurato talento al servizio di un lirismo che, oggi, è appannaggio solo di pochi eletti.