Terzetto aostano,la stessa città dei Kina (che con loro c’entrano poco) ma che fa sempre piacere citare,dalle tinte oscure questi Ever most vast sono già celebri in Italia e non solo e,ascoltandoli,non si fa fatica a comprenderne il motivo.
Per quanto mi riguarda con questo tipo di suoni ho una familiarità che risale addirittura alla mia adolescenza,quando, da giovincello frustrato e poco avvezzo alle avventure sentimental-sessuali, mi crogiolavo in suoni e letture darkeggianti.
Ma tralasciando le mie,ormai remote,vicissitudini passiamo a parlare di questo “Would you believe?” e dei suoi autori che,come prima istanza,presentano una soave voce femminile che fa tanto Siouxsie.
Ma i loro meriti non terminano certo qui,visto che offrono un suono per nulla risaputo che li aiuta a rifuggere dagli angusti steccati di un genere altrimenti abusato.
Analizzando più attentamente i pezzi non si può che complimentarsi con loro per avere il coraggio di coverizzare la CANZONE (la mia preferita di tutti i tempi) “Love will tear us apart” e di farlo con risultati più che confortanti.
Altri brani che ho notevolmente apprezzato sono “Sleep” e “Limelight”,quest’ultima con un gran bel intro di piano (sono anch’io un romanticone cosa credete?);”Loony” che fa tanto Cure meno elettrici e più decadenti per poi diventare una filastrocca barocca;”Would you believe?” dotata di un arpeggio quasi smithsiano e “About you ” e “Pure” nelle quali rieccheggiano addirittura i primi U2,sia chiaro che per me si tratta di un complimento.
Evitabile invece il remix finale che farò finta di non aver sentito e che ho già eliminato dal contesto per non rovinarmi il piacere di ascoltare un album cosi’ bello.