iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Ergot – Victims Of Our Same Dreams

Ergot con questo disco si pone come una delle realtà più interessanti del metal tricolore, alla luce anche dell’imponente progressione evidenziata nell'ultimo anno.

Ergot – Victims Of Our Same Dreams

Primo full-lenght per il solo project Ergot, già trattato su queste pagine in occasione dell’ep “Empty Waters Down The Mist” .

Il giovane musicista triestino Lord Ergot dimostra a poco più di un anno di distanza una crescita esponenziale rispetto alle già buone cose messe in mostra in quell’occasione.
Victims of Our Same Dreams implementa e perfeziona quel black atmosferico che ne permeava le composizioni, ammantandolo ora di elementi ambient, ora di sfumature folk.
L’album contiene due gemme, in particolare, che lo rendono qualcosa di più di un opera di prospettiva, ponendolo già ora come una delle prove più convincenti ascoltate di recente in quest’ambito.
Black Leaves of Solitude si rivela esemplare in tal senso, sviscerando al meglio ogni piega stilistica, inclusa quella doom: un brano che, tra arpeggi acustici, aperture atmosferiche ed un bellissimo riff portante (che forse assomiglia in qualche frangente un po’ troppo a quello di “A Dying Wish” degli Anatema epoca “A Silent Enigma”, ma è perdonabile in virtù della sua indubbia bellezza) dimostra in quasi dodici minuti tutto il talento compositivo di Lord Ergot.
L’Essenza Del Proprio Essere è l’altro momento cardine del lavoro: una canzone che esplicita quanto possa essere peculiare ed efficace il ricorso alla lingua italiana; i tratti malinconici prevalgono in questo caso sposandosi alla perfezione con un testo amaramente poetico e dalle pregevoli melodie chitarristuche.
Non solo di questi due episodi vive il disco: Red Shining Moon è un brano più efficamente devoto alla tradizione del genere, mentre The Despair e The Weeping Willow ritornano su sentieri black doom che, specie nel secondo caso, sono accostabili ai Forgotten Tomb.
Ergot con questo disco si pone come una delle realtà più interessanti del metal tricolore, alla luce anche dell’imponente progressione evidenziata nell’ultimo anno.

Tracklist:
1. Under the Burning Mirror
2. Red Shining Moon
3. Black Leaves of Solitude
4. The Despair of the Rotting Christ
5. The Weeping Willow
6. The Stolen Year
7. L’Essenza del Proprio Essere

Line-up:
Lord Ergot – All instruments, Vocals

ERGOT – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.