Inserire nello stereo e ascoltare un disco degli Empire! Empire! equivale a sedersi sulla Delorean e impostare una data qualunque tra il 1996 e il 2000. Il genere è l’emotional core vero, quello dei Get Up Kids, dei Promise Ring per capirsi, non quello scimmiottato alla TV con l’ultima moda del ciuffo.
Gente che si stancò di pestare come mastri ferrai e incominciò a rallentare i ritmi, a parlare di sentimenti e di emozioni in generale.
E questa è un arma a doppio taglio, perché senza dubbio You Will Eventually Be Forgotten è un disco suonato veramente bene, ma d’altro canto non presenta alcuna novità rispetto a dischi vecchi di decenni. Di sicuro i nostalgici e gli amanti del genere non potranno che essere felici ed apprezzare, dato che molte band dell’epoca non sono più in attività. E’ quindi più corretto parlare di emo-revival. Non a caso Chris Simpson dei Mineral e Bob Nanna dei Braid hanno collaborato alla realizzazione di questo LP.
Cantare di sentimenti non è da tutti: ricordi di infanzia, di gite con il proprio padre, di campeggi estivi, di piccoli traguardi in grado di farci sentire più grandi, di vita da liceale alla scoperta del mondo, di incidenti d’auto e di funerali.
La voce fastidiosa, lamentosa, lagnante di Keith Latinen è quasi stonata, proprio come vorremmo che fosse.
Se a fine estate avessimo dovuto realizzare la cassetta da lasciare alla fidanzatina conosciuta al mare, di sicuro ci sarebbe una canzone di questo You Will Eventually Be Forgotten.
Titolo e copertina confermano: una ragazza in una stanza quasi vuota, telefono staccato, album di fotografie, lettere d’amore per un tentativo assolutamente impossibile e tantomeno voluto di dimenticare. Perché le lacrime devono poter scorrere.
Tracklist :
1. Ribbon
2. I Was Somewhere Cold, Dark… and Lonely
3. We Are People Here. We Are Not Numbers
4. A Keepsake
5. You Have to Be So Much Better than You Ever Thought
6. Stay Divided
7. Foxfire
8. Things Not Worth Fixing
9. If It’s Bad News, It Can Wait
10. It’s So Much Darker When a Light Goes Out than It Would Have Been If It Had Never Shone
11. The Promise That Life Can Go on No Matter How Bad Our Losses
Line-up :
Keith Latinen – Voce, Chitarra, Basso, Batteria, Tromba
Cathy Latinen – Chitarra, Voce
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