iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Eïs – Bannstein

Cinque brani piuttosto lunghi vanno a comporre questa coinvolgente cavalcata estrema che dimostra ampiamente quanto, da una giusta ispirazione, possa scaturire ottimo black metal in ogni sua forma, sia esso devoto alla tradizione o aperto a diverse contaminazioni.

Eïs – Bannstein

Tornano tre anni dopo l’ottimo Wetterkreuz i tedeschi Eïs i quali, come si sa, sono gli ex-Geist privati della prima e dell’ultima lettera per risolvere problemi legali dovuti al monicker comune ad un’altra band teutonica.

Di fatto poi, tra i membri della band originaria è seguita una separazione che lasciato gli Eïs in mano ai soli Alboin e Marlek, mentre i restanti musicisti hanno dato vita agli interessanti Vyre.
Bannstein prosegue sulla linea condivisibile di un black metal di tipica matrice germanica, quindi aspro ma dalle ampie aperture atmosferiche e con tratti avanguardistici inseriti con sapienza, evitando così di rendere troppo intricato il sound.
Cinque brani piuttosto lunghi vanno a comporre questa coinvolgente cavalcata estrema che dimostra ampiamente quanto, da una giusta ispirazione, possa scaturire ottimo black metal in ogni sua forma, sia esso devoto alla tradizione o aperto a diverse contaminazioni.
Volendo trovare il pelo nell’uovo bisogna constatare che Bannstein è esattamente il disco che mi sarei aspettato di ascoltare dagli Eïs, né più né meno, ma posto che questo sia un difetto, personalmente la cosa non può che farmi piacere visto che tra le band di stanza in Germania quella guidata da Alboin e Marlek è tra le mie preferite.
In una cinquantina di minuti di qualità inattaccabile spiccano per il loro incedere algido e solenne Im Noktuarium e Im Schoß der welken Blätter, prove concrete di una competenza non comune nel trattare la materia.
Ancora un centro per una band che, indipendentemente dal nome utilizzato, ha offerto nel nuovo secolo una serie di album imperdibili per gli appassionati.

Tracklist:
1. Ein letztes Menetekel
2. Im Noktuarium
3. Über den Bannstein
4. Fern von Jarichs Gärten
5. Im Schoß der welken Blätter

Line-up:
Alboîn – Bass, Vocals, Guitars, Keyboards
Marlek – Drums
Abarus – Guitars
Satyrus.S – Keyboards

EIS – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.