iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Edenian – Rise Of The Nephilim

Gli Edenian si rivelano una piacevolissima scoperta ed un’altra piccola gemma fino ad oggi rimasta nascosta nelle apparentemente inesauribili miniere musicali del nordest europeo

Edenian – Rise Of The Nephilim

La fertile scena ucraina ci consegna una nuova interessante band dedita ad un gothic doom piuttosto tradizionale e, forse anche per questo, decisamente gradito.
Gli Edenian, da Kharkiv, sono attualmente un duo formato dal polistrumentista Eternal Tom e dalla vocalist Valery Chudentsova: il loro disco d’esordio risale solo al 2012, quando il musicista ucraino si era occupato esclusivamente della parte strumentale, lasciando a due differenti cantanti il compito di occuparsi delle voci.
In quest’occasione, invece, il mastermind della band decide di fare quasi tutto in proprio, dedicandosi egli stesso alle parti vocali in growl e chiamando la giovane (e bellissima) Valery a coadiuvarlo nel controcanto femminile.
Il risultato che ne scaturisce è un disco come Rise Of The Nephilim che, certo, non riscrive i canoni del genere, andandosi ad accodare in maniera piuttosto evidente a campioni indiscussi quali i Draconian, ma il tutto resta ugualmente un bel sentire, visto che gli Edenian mostrano un gusto melodico ed una capacità di songwriting di prim’ordine.
Infatti, una serie di brani oggettivamente splendidi, racchiusi per lo più nella prima metà del lavoro, quali The Departed, Beside the Dying Fire e I Desolate, si rivelano oltremodo eloquenti riguardo alle doti di Tom sia come musicista sia come vocalist in grado di esibire un growl sufficientemente vario ed espressivo .
In effetti, anche il suono della chitarra è molto vicino a quello di Johan Ericson ma, anche questo, alla fin fine non può essere certo considerato come un difetto, vista la capacità di Tom nel tessere melodie coinvolgenti e indubbiamente evocative; la voce di Valery si integra piuttosto bene nel contesto e la sua entrata in scena avviene con un’apprezzabile senso della misura: in alcuni frangenti, però, la ragazza deve ancora rifinire la propria tecnica, come accade per esempio in The Evenstar, dove viene costretta ad esibirsi su tonalità non del tutto confacenti alle sue caratteristiche ma, nel complesso, la prestazione si può definire abbastanza soddisfacente.
Anche la lunghezza di Rise Of The Nephilim, che si sviluppa per oltre un’ora, si ritorce in qualche modo contro l’operato degli Edenian, visto che gli ultimi brani, per quanto validi, si dimostrano meno brillanti (ad eccezione di Nearer My Love to Thee, dove sentori morriconiani incrociano i primi Evereve) finendo per ricalcare parzialmente quanto già sentito nella prima metà del lavoro.
Ma, al di là di questi particolari, che si tendono a far notare proprio quando un disco piace e proprio per questo si cerca il pelo nell’uovo, gli Edenian si rivelano, almeno per me, una piacevolissima scoperta ed un’altra gemma fino ad oggi rimasta nascosta nelle apparentemente inesauribili miniere musicali del nordest europeo.

Tracklist:
1. And the Sea Shall Bring up It’s Dead
2. Sign of Retaliation
3. The Departed
4. Beside the Dying Fire
5. The Evenstar (Arwen’s Tale)
6. I Desolate
7. A Farewell Rose
8. Nearer My Love to Thee
9. Song of the Furies
10. Rise of the Nephilim

Line-up :,
Eternal Tom – All instruments, Vocals
Valery Chudentsova – Vocals (female)

EDENIAN – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

My Dying Bride – A Mortal Binding

A Mortal Binding è un lavoro tutt’altro che scontato e superfluo e testimonia quanto una band come i My Dying Bride che, piaccia o meno, ha fatto la storia, abbia tutto il diritto di continuare a riproporre con grande dignità, competenza e coerenza quel sound peculiare che, parafrasando la copertina di un noto periodico italiano, “vanta innumerevoli tentativi di imitazione”.

Eventide – Waterline

Gli Eventide offrono una versione dell’ambient drone intrisa da corpose sfumature jazz e sempre in grado di attrarre l’attenzione rifuggendo ogni stucchevolezza.

Faal – Fin

Fin merita d’essere ascoltato e apprezzato quale prova delle capacità di una band la cui fine lascia più di un rimpianto, non solo per l’irreparabile perdita umana ma anche perché, per il potenziale espresso, avrebbe meritato maggiore attenzione rispetto a quella ottenuta lungo una quindicina d’anni di attività.

Hamferð – Men Guðs hond er sterk

Il sound della band di Tórshavn è talmente peculiare da sfuggire ad ogni tentativo di sommaria classificazione: il tutto avviene senza il ricorso a chissà quali soluzioni cervellotiche in quanto gli Hamferð mettono il loro smisurato talento al servizio di un lirismo che, oggi, è appannaggio solo di pochi eletti.