Dagli Stati uniti, tramite Hellthrasher productions arrivano a noi i black metallers Ectovoid con il loro secondo full length dal titolo Dark Abstraction, album che, iniziando già dalla copertina, è votato ai suoni old school.
La band nasce nel 2010 in Alabama, terra del southern rock, e dopo il classico demo esordisce con “Fractured in the Timeless Abyss”, prova sulla lunga distanza datata 2012 seguita l’anno dopo da “Rituals of Hallucination”, esplosivo live album.
Il nuovo lavoro vede il trio, composto da Chuck Bryant (basso e voce), Chris McDonald (batteria) e Michael Stewart (chitarra) cimentarsi in un death/black devoto alla vecchia scuola, devastante e diabolico, senza compromessi e adatto ai palati estremi dei fans che preferiscono band dai suoni scarni, tra sfuriate black e death cadenzato, il tutto reso ancora più maligno da una produzione all’osso e la voce catacombale del singer.
Così amalgamando atmosfere “evil” tra Behemoth e Darkthrone e death metal alla Autopsy, gli Ectovoid regalano una mezz’ora di metal estremo dalle buone trame, niente di nuovo o trascendentale, solo death metal oscuro e reso ancora più malvagio da iniezioni di black nero come la pece e pesante come una croce rovesciata staccatasi da un campanile.
Non male questo disco, l’idea di mescolare i due generi non è nuova ma riesce sempre a donare buoni spunti; l’album che non ha grossi picchi ma scorre veloce e compatto verso la fine: violentato da parti serrate di massacro old school e rallentamenti oscuri non tradirà gli appassionati ai quali si consiglia di dare un ascolto.
Tracklist:
1. Obscure Altars
2. Visions of Reflective Decay
3. Mental Netherworlds
4. Precipice of Absolute Chaos
5. Rituals of Hallucination
6. The Expanse Between Slumber and Death
7. A Prisoner of Paradox
8. Spawned from Unending Mys
Line-up:
C.B. – Bass, Vocals
C.M. – Drums
M.S. – Guitars