Devo dire che alla luce dell’ultima produzione targata Devastator (Underground’n’Roll, 2009) quest’ennesimo mini-lavoro è un enorme passo avanti. Risulta essere innanzitutto più compatto, più coerente e meno sperimentale; sono evidenti inoltre i miglioramenti tecnici, a riprova che la band ha trovato la sua strada, inquadrando gli stili vocali, batteristici e chitarristici giusti.
Il trio ha, giustamente, abbandonato la lingua di Shakespeare in favore di quella di Dante, dimostrando ancora una volta che fare Metal in italiano non è impossibile, semmai saggio, dato che, a mio avviso, produrre un buon album in lingua madre è molto meglio che smerciare brani impoveriti da una pronuncia grottesca e dialettale (Fabio Lione, Cristina Scabbia??), rendendoci ancora una volta ridicoli all’estero. L’amore per l’Hardcore italiano, sopratutto quello più moderno, Skruigners in testa a tutti, sembra aver sopraffatto quello per il Thrash Metal, del quale rimangono alcune spoglie, atte ad appesantire e cromare il suono. La demenzialità sembra essere quasi del tutto scomparsa, sostituita da un incazzatura consistente che pulsa in brani come “Sono un terrorista”, “”Sfilata di moda” e “La bella musica”; imponente anche “Vergine”, che conserva gelosamente ciò che rimane dell’ironia irriverente dei nostri lucchesi. In poche parole: i Devastator sono diventati irriconoscibili e a quanto pare puntano molto in alto! Non mi resta che rimanere in attesa del nuovo album, sperando vivamente che risulti dello stesso livello di questo Ep.
Auguro ai ragazzi dei Devastator di riuscire in breve tempo ad assumere il posto che meritano sui palchi italiani, a dispetto di chi vuole che queste realtà rimangano sommerse, incapaci di affrontare ad armi pari le uscite (Spessissimo davvero scandalose) delle grandi Majors.