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Recensione : CYCLIC LAW RECORDS SPRING MMXXIII

Il focus di oggi guarda alle uscite con cui la Cyclic Law ci accompagna verso un'indesiderata primavera. La label del canadese Frédéric Arbour, da tempo stabilitosi in Francia, è da anni una delle realtà più interessanti e dinamiche in ambito dark ambient. Quelle che vi raccontiamo oggi sono le release più recenti che arrivano dall'Occitania.

CYCLIC LAW RECORDS

CYCLIC LAW RECORDS SPRING MMXXIII

Il focus di oggi guarda alle uscite con cui la Cyclic Law ci accompagna verso un’indesiderata primavera. La label del canadese Frédéric Arbour, da tempo stabilitosi in Francia, è da anni una delle realtà più interessanti e dinamiche in ambito dark ambient.

Quelle che vi raccontiamo oggi sono le release più recenti che arrivano dall ‘Occitania.

PASCAL SAVY “SIMULACRA”

Pascal Savy, francese di nascita ma in pianta stabile a Londra, si dedica da anni alla ricerca sonora. Il suo ambient drone è intimamente collegato alla sua pessimistica visione del mondo attuale, schiavo di un capitalismo esasperato che sembra negare ogni speranza di futuro.

Anche questo suo ultimo album “Simulacra” guarda nella direzione di un sound particolarmente evocativo che si sposa con dinamiche affini al noise, per rendere quanto più concreto possibile quel senso di decadenza morale, spirituale e sociale che pervade le nostre giornate.

Lo scenario su cui ha costruito l’album è quello dell’Inghilterra contemporanea, dilaniata dalle lotte sociali post Brexit e da un’idea mai doma di socializzazione che prenda le distanze da quello che stiamo vivendo. Ricco di fields recordings e con la “novità” rappresentata dall’introduzione di componenti “ritmiche”, l’album è disturbante al punto giusto, e riesce a sposarsi perfettamente coi suoni di un’industrializzazione che da sempre caratterizza il Regno Unito, e che non ha mai smesso di opprimere le masse.

CONJECTURE “NOSTALGIA FUTURA”

Conjecture è un progetto sonoro dalla netta connotazione post-industriale messo in piedi da Vasilis Angelopoulos, figura di avanguardia della scena sperimentale greca. Sono passati dieci anni esatti da allora, e la ricerca alla base di Conjecture non ha mai smesso di guardare ad ogni fonte sonora che possa fornire materiale “manipolabile”.

Concettualmente legato all’idea della decostruzione del corpo umano “Nostalgia Futura” racconta un immaginario disturbante in cui l’uomo rappresenta l’eccezione e non più la regola, e che si rifà al fenomeno psicologico e neurologico della “nostalgia anticipatoria”, fenomeno che si riferisce al presente ma basandosi su una proiezione futura, reale o meno che sia.

Un suono decisamente “concreto” per un album che ha una struttura e una concezione “visionaria”.

TROUM & RAISON D’ETRE “DE AERIS IN SUBLUNARIA INFLUXU”

L’album arriva alla ristampa in doppio vinile (con bonus track) dopo essere stato pubblicato per la prima volta nel duemilaquindici in CD.

“De Aeris In Sublunaria Influxu” è il risultato della sublimazione tra le menti di Troum (Stefan Knappe, Martin Gitschel) e di Raison D’Etre (Peter Andersson), realtà ambient drone di primissimo piano. L’album racconta un mondo sotterraneo permeato di algide melodie, che cercano di raggiungere quella luce a loro negata in partenza, attraverso una ciclicità ritualistica che avvolge e travolge in un crescendo impressionante.

Malinconico, sognante, ma anche delicato nella sua ricerca rumoristica, “De Aeris In Sublunaria Influxu” è un album inquietante, che fa dell’eleganza al servizio del chaos il suo marchio di fabbrica. Consigliatissimo.

DESIDERII MARGINIS “SERENITY / RAGE”

Insieme ai Raison D’Etre di cui abbiamo parlato sopra, i Desiderii Marginis rappresentano uno dei nomi “storici” della scena dark ambient europea.

Il progetto dello svedese Joan Levin, attivo sin dagli anni novanta, dimostra ancora una volta la sua inarrestabile fluidità compositiva da sempre improntata a un impatto emotivo di grande spessore. Anche questo “Serenity / Rage” nasce e cresce grazie al marchio di fabbrica di Levin, improntato sull’utilizzo contemporaneo di macchinari sia analogici che digitali.

Concettualmente ispirato dalla dicotomia tra bene e male (serenità e rabbia appunto) l’album ci porta in uno spazio indefinito dove assalire il nostro più intimo sentire, fino a farci sanguinare. Tra i sei brani spicca la cover dei Brighter Death Now “Necroses Evangelicum”. Da avere.

CHAIGIDEL & NERATERRÆ “LAMAŠTU”

Liaison tutta italiana quella tra Chaigidel e Neraterrae. Liaison che ci presenta un album interessantissimo e riuscitissimo album che fa del ritualistico e dell’evocativo i suoi canoni principali. Estremamente vario dal punto di vista sonoro “Lamaŝtu” si rifa concettualmente parlando alla mitologia mesopotamica, e in particolare alla divinità che rappresenta il più terribile tra i demoni femminili, figlia del dio del cielo Anu e amante di Pazuzu.

Haigidel (alias Mattia Giovanni Accinni) e Neraterrae (alias Alessio Antoni) ci invitano ad addentrarci in un album dalla forte connotazione “trance” volta a sradicare la fonte di tutti i mali. E lo fanno grazie ad una molteplicità di soluzioni sonore che guardano e pescano anche da elementi tradizionali asiatici come campane tibetane, mantra, canti difonici tuvani, balaban, percussioni doumbek e tutta una serie di altri strumenti rituali a noi poco affini, ma proprio per questo affascinanti.

Il tutto per cercare di elevare il pensiero della mente, liberandolo dagli orpelli terreni, in vista del raggiungimento dell’estasi più pura.

Io l’ho preso, fate voi…

 

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