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Recensione : Colour Haze – To The Highest Gods We Know

Una band di grande valore che continua a dimostrare qualità e passione

Con una carriera più che ventennale, i tedeschi Colour Haze, formazione stoner/psichedelica composta da Manfred Merwald, Philipp Rasthofer e Stefan Koegler, ritornano sulle scene con To The Highest Gods We Know, loro undicesimo album. Il disco, pubblicato sempre dalla Elektrohasch Records, si compone di cinque torridi viaggi senza ritorno.

Il lungo caldo emesso da Circles, sviluppandosi lentamente ed entrando in circolo un po’ per volta, parte da solitarie note di chitarra e finisce in un corposo suonare dell’intera band, mentre il piglio più grezzo e asciutto di Paradise, singolo di presentazione dell’album, si scioglie nel dilatato e nervoso avvolgere della sudata e terrosa Uberall.
L’elettricità calma e distesa di Call, invece, lasciandoci sospesi tra sogno e visione, acquista polso solo nella parte conclusiva, aprendo all’intensità acustica della conclusiva e alquanto feroce To The Highest Gods We Know e alla breve bonus track che la segue.

Il nuovo disco dei Colour Haze, molto piacevole per tutta la sua durata (ma decisamente interessante solo con la conclusiva To The Highest Gods We Know), si rivela un buon disco che nulla toglia e nulla aggiunge a quanto già proposto dalla band. Cio’ non vuol dire che questo non sia un disco da ascoltare, però non aspettatevi stravolgimenti o cose incredibili. Una band di grande valore che continua a dimostrare qualità e passione.

Tracklist:
01. Circles
02. Paradise
03. Uberall
04. Call
05. To The Highest Gods We Know

Line-up:
Manfred Merwald
Philipp Rasthofer
Stefan Koegler

COLOUR HAZE – Facebook

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