Cesare Basile – Tu Prenditi L’amore Che Vuoi E Non Chiederlo Più

Uno dei punti saldi del cantautorato italiano

Cesare Basile – Tu Prenditi L’amore Che Vuoi E Non Chiederlo Più

Cesare Basile, arrivato ormai al suo nono disco solista in carriera, ritorna insieme a I Caminanti (Enrico Gabrielli, Rodrigo D’Erasmo, Luca Recchia, Massimo Ferrarotto, Simona Norato) con gli undici brani di Tu Prenditi L’Amore Che Vuoi E Non Chiederlo Più. L’album, pubblicato ancora una volta per Urtovox Records, prosegue sul percorso tracciato con gli ultimi lavori, lasciando sempre più spazio al cantato in siciliano.

Il procedere cadenzato di chitarra e percussioni di Araziu Stranu, ipnotizzando e tenendo attenti per tutta la sua durata, si pianta in testa con quel suo “allesti cunti si non voi ‘patruni/imbastisci racconti se non vuoi un padrone”, aprendo alle aperture di archi (il tutto dal sapore leggermente storto e sofferto) di Franchina e al malessere raccontato (in stile la “Domenica Delle Salme” di De André) della morbida e delicata (nel suono, ma non nelle parole) di Tu Prenditi L’Amore Che Vuoi.
Lo spirito più feroce e ruvido di Basile, invece, prende vita nell’inferno sonoro costruito su chitarre, batteria, flauto e molto altro, della rovente e terribile Manianti, mentre la voce di Roberta “Lilith” Oberti, cantando ossessivamente di colpevolezza (quella a cui è costretto chi osa ribellarsi e dire la verità), lascia spazio al caldo procedere della crescente e soffocante Filastrocca Di Jacob Detto Il Ladro.
L’andamento di Ciuri, agguerrito e determinato canto contro i potenti, accumula rabbia e voglia di vendetta per mezzo del suo spirito teso e incalzante, aprendo alle idee ancor più chiare e nette contenute in quel “libertà mi fa schifo se alleva miseria, è la pace a usura per la guerra che arriva” cantato nella successiva Libertà Mi Fa Schifo Se Alleva Miseria.
A Muscatedda, infine, tra banjo, chitarra e lievi percussioni, pur covando calore nel suo cuore, appare più calma e distesa, cedendo il compito di chiudere al delicato pianoforte di U Chiamunu Travagghiu (tra le cui note prende vita quel “lo chiamano lavoro e tutto ciò che distribuisce, se lo riprende con insistenza, da una notte all’altra”) e all’onirico tormentarsi di Di Quali Notti.

Ancora una volta Cesare Basile dà alle stampe un disco degno di nota e carico di contenuti e riflessioni. Tutto o quasi, in questo Tu Prenditi L’Amore Che Vuoi E Non Chiederlo Più, si concentra sul tema del lavoro, degli oppressi e del senso di costrizione dovuto ad una libertà che non è vera libertà. Per quanto riguarda i testi, il siciliano ormai ha preso quasi completamente il sopravvento, mentre l’immaginario creato, pur sempre sofferto e dannato, ha perso quasi del tutto lo spirito cruento che maggiormente appariva in passato. Ci troviamo di fronte ad un artista che è, ormai, uno dei punti saldi del cantautorato italiano. Questo album ne è l’ennesima dimostrazione.

Tracklist:
01. Araziu Stranu
02. Franchina
03. Tu Prenditi L’Amore Che Vuoi
04. Manianti
05. La Vostra Misera Cambiale
06. Filastrocca Di Jacob Detto Il Ladro
07. Ciuri
08. Libertà Mi Fa Schifo Se Alleva Miseria
09. A Muscatedda
10. U Chiamunu Travagghiu
11. Di Quali Notti

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