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Recensione : Caelestis – Heliocardio

"Heliocardio" è una piccola gemma che risplende grazie a melodie cristalline che qualificano l’Ep come pregevole esempio di post rock dai tratti piuttosto personali.

Caelestis – Heliocardio

I Caelestis sono una realtà particolare nel panorama musicale italiano: il chitarrista Cataldo Cappiello ha dato il via a questo progetto nel 2010 mantenendo le sembianze di one man band in tutti i precedenti lavori, fino all’approdo ad una formazione a tre in occasione di questo Ep ed arrivare, infine, all’attuale line-up a quattro con nuovi ingressi al basso ed alle tastiere.

Tutto ciò è emblematico della volontà del musicista campano di cambiare non solo forma alla propria creatura, ma anche e soprattutto le sue coordinate stilistiche che oggi, per esempio, sono ben distanti dalle sonorità sperimentali di matrice industrial/ambient, prevalentemente strumentale, del precedente lavoro.
I Caelestis odierni sono, invece, una delicata entità dedita ad un post rock dai toni soffusi per quanto talvolta pervaso da repentini sobbalzi ritmici, nel quale la componente metal si è ridotta a dosi omeopatiche. L’ingresso in pianta stabile in formazione della cantante Vera Clinco, indirizza inevitabilmente il sound della band in una direzione ben precisa.
La giovane vocalist possiede una tonalità non dissimile a quella di Carmen Consoli, con sfumature che riportano anche a Dolores O’Riordan, e questa sua peculiarità finisce per rappresentare il classico spartiacque tra il gradimento assoluto e le perplessità di chi era abituato alle sonorità più aspre del recente passato della band.
Personalmente, a livello di suoni, il disco mi ha convinto pienamente: il talento compositivo di Cappiello è indubbio, così come il suo ottimo tocco chitarristico, e la capacità di creare brani dalle melodie bellissime pur se non troppo convenzionali non è cosa affatto scontata.
La voce di Vera si rivela per lo più adeguata e, piuttosto che un’ipotetica scarsa versatilità, rimarcata da alcuni, mi sentirei di imputarle invece il ricorso ad una metrica talvolta bizzarra, con parole che vengono pronunciate forzandone gli accenti o la sillabazione per adattarle alle diverse strofe.
Questo rende in più di in passaggio piuttosto difficile la comprensione dei testi rivelandosi, talvolta, un ostacolo che impedisce di assaporare in pieno una scrittura dai tratti poetici di rara qualità.
Heliocardio comunque è una piccola gemma che risplende grazie a melodie cristalline che qualificano l’ep come pregevole esempio di post rock dai tratti piuttosto personali, nel quale spiccano tracce magnifiche come il singolo Io e Te Siamo La Luna e Fenice, il brano più composito con i suoi costanti cambi di scenario, vera summa dell’attuale modus operandi di Cappiello.
Il lavoro in oggetto risale ormai allo scorso anno, ma quest’estate i Caelestis hanno pubblicato un nuovo singolo, che vede la collaborazione della band death/thrash transalpina Archenterum, all’insegna di quell’irrequietezza stilistica alla quale l’ottimo musicista napoletano pare non riuscire a sottrarsi.
La prossima uscita su lunga distanza potrà dirci sicuramente di più sulla strada intrapresa dai Caelestis, per ora limitiamoci a riscoprire senza porci troppi quesiti questa pregevole dimostrazione di talento musicale.

Tracklist:
1. Io E Te Siamo La Luna
2. Crollano Le Stelle
3. Anatomia Spaziale
4. Fenice
5. E Poi Silenzio Pt.II (Red Sky Cover)

Line-up:
Cataldo Cappiello – Guitars
Vera Clinco – Vocals
Flavio Staiano – Drums

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