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Recensione : Bjarm – Imminence

Ottimo esordio per questa band russa autrice di un lavoro di qualità davvero sorprendente.

Bjarm – Imminence

Leggi symphonic metal proveniente dalla Russia e, in maniera lecita quanto istintiva, ti attendi il classico disco cantato da una splendida donzella, buono nella forma ma carente in quanto a sostanza.

I Bjarm, invece, ci riescono parzialmente a sorprendere andando a prendere quale punto di riferimento niente meno che i Septicflesh, precisamente quelli del monicker tutto attaccato coincidente con la svolta orchestrale degli ultimi tre lavori; una scelta senza dubbio coraggiosa, anche perché gli stessi numi ellenici hanno convinto solo a tratti in questa loro veste.
Un po’ a causa del fatto che i ragazzi di Severodvinsk non hanno uno status particolare da difendere, ma soprattutto perché la convinzione e la perizia che riversano nell’operazione si rivela inattaccabile, si può rischiare serenamente d’essere additati per blasfemia affermando che Imminence supera, quantomeno per freschezza, il recente e ben più reclamizzato “Titan”.
I Bjarm sparano subito le cartucce migliori piazzando al secondo posto in scaletta, dopo una prevedibile intro sinfonica, quella Knowledge of Doom per la quale è stato prodotto anche un video, che si rivela un brano pressoché perfetto, grazie al growl efficace dell’ottimo Andrey e il magnifico lavoro alle tastiere di Anastasiya, la quale nel corso del disco contribuisce anche con il controcanto femminile in maniera soddisfacente, pur essendo sicuramente più a suo agio con i tasti d’avorio.
Il sound della band russa mantiene costantemente una solennità che rende ogni brano degno d’essere ascoltato con la dovuta attenzione, cosa necessaria in quanto, come già notato per gli stessi Septicflesh, lavori di questo genere alla lunga rischiano di portare l’ascoltatore ad una certa saturazione.
Infatti, sapientemente I Bjarm limitano la lunghezza del lavoro a circa tre quarti d’ora, evitando di allungare ulteriormente il brodo con filler che ne avrebbe penalizzato non poco l’efficacia complessiva
Passando ad esaminare la tracklist, oltre alla già citata Knowledge of Doom, spiccano tra le altre due tracce coinvolgenti quali Secret of Immortals e la title-track, mentre un brano più rarefatto come Oracle appare valido ma leggermente fuori contesto rispetto al trend del lavoro.
Talvolta i Bjarm si spingono, a livello di ritmiche, su territori contigui ad un più classico black sinfonico ed è proprio in questi frangenti che rischiano di apparire leggermente scontati (The Highest Hall), pur attestandosi ugualmente su livelli qualitativi soddisfacenti.
Va chiarito, infine, a precisazione di quanto scritto finora, che i nostri non si pongono affatto come una copia in toto della band di Seth e co., riuscendo invece nell’intento di imprimere quasi sempre un marchio sufficientemente personale al disco, sia con l’uso misurato della voce femminile sia per un gusto melodico che, per ovvi motivi, ha radici ben differenti rispetto quello tipicamente mediterraneo.
Ottimo esordio, quindi, per questa band russa autrice di un lavoro di qualità davvero sorprendente.

Tracklist:
1. Approaching of the Close
2. Knowledge of Doom
3. Ominous Dreams
4. The Nine Worlds
5. Fire Lord’s Torment
6. Imminence
7. Oracle
8. Secret of the Immortals
9. The Highest Hall
10. Tree on the Bones

Line-up:
Andrey – Vocal
Egor – Guitar
Anastasiya – Keyboards
Aleksey – Guitar
Mikhail – Bass
Vitaliy – Drums

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