E’ con venti brani di venti artisti o gruppi differenti che questa indie americana si presenta al pubblico augurandosi di allargare i propri ascoltatori, obiettivo che ci permettiamo di appoggiare incondizionatamente anche noi.Come ogni buona compilazione che si rispetti, anche questa di cui stiamo parlando non si sottrae alla regola della frammentarietà proponendo fonti di ispirazione assai variegate. Entrando nel dettaglio le proposte più allettanti le forniscono i Pidgeon, con ritmi nervosi ma non privi di melodia che possono ricordare le Throwing Muses; i Court and Spark, dolcemente romantici tanto da rimandare ai migliori Costeau; gli Hidden Cameras, la cui agreste crepuscolarità rievoca le magiche atmosfere dei CSN&Y; i Wrens Hopeless, alfieri dell’emo-core più intimista ed autori di cristalline ma non sdolcinate atmosfere pop; i Thingy, fieri epigoni degli immensi Pixies e i Two Guys, geniali sin dal titolo del loo pezzo “Ode to masturbation” che propongono un punk destrutturato sullo stile dei Minutemen e dei loro naturali successori i Firehose.Non demeritano comunque neppure tutti coloro i quali non sono stati citati direttamente, nessuna caduta di tono clamorosa quindi da segnalare. Per chi leggesse queste righe non ce ne dovrebbe essere bisogno, ma rammentarlo non può certo far danno: supportare questo tipo di iniziative è un dovere.