iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999
Cerca
Close this search box.

Recensione : Árstíðir Lífsins – Þættir úr S?gu Norðrs

Ciò che maggiormente colpisce, in "Þættir úr sǫgu norðrs", è la profondità della musica proposta, capace di riprodurre con rara efficacia il carattere ancestrale di poemi composti in epoche così lontane dalla nostra.

Árstíðir Lífsins – Þættir úr S?gu Norðrs

Abbiamo fatto la conoscenza di questa ottima band nel 2012 in occasione dello split album con gli Helrunar (Fragments: A mythological Excavation)

Dopo qualche tempo senza dare notizie e con una formazione ridotta a trio, che vede i tedeschi Stefán (Kerbenok) e Marsél (Helrunar) e l’islandese Árni (Dysthymia), dopo la fuoriuscita di un membro storico quale Georg, l’interessante combo si ripresenta con questo mini cd che trae ispirazione da due diversi poemi islandesi risalenti al decimo secolo. Come è facilmente intuibile, il black degli Árstíðir Lífsins possiede un marcato tratto epico e certamente l’utilizzo di testi cantati nell’antico idioma isolano ne accentua tale caratteristica.
Nel contempo, la componente tedesca della formazione indubbiamente caratterizza a modo suo il sound della band conferendogli quindi anche una particolare aura di algida solennità.
I due primi brani sono di fatto contigui oltre che ispirati allo stesso poema, mentre del tutto diversa è la terza traccia, molto teatrale e caratterizzata da parti corali e sinfoniche, sicuramente lontana da qualsiasi sfumatura estrema.
Il lavoro è piuttosto breve, poco più di 25 minuti, ma è fuori discussione che l’accoppiata iniziale costituisca un qualcosa che non è ascoltabile tutti i giorni per intensità e coinvolgimento emotivo (anche se su piani stilistici leggermente differenti, siamo molto vicini ai migliori Lunar Aurora) mentre Hrafns þáttr réttláta è un brano per iniziati che esula decisamente dal contesto introdotto dalle due parti di Þórsdrápa.
Ciò che maggiormente colpisce, in Þættir úr sǫgu norðrs, è la profondità della musica proposta, capace di riprodurre con rara efficacia il carattere ancestrale di poemi composti in epoche così lontane dalla nostra.
Per una band che è ormai garanzia di elevata qualità una splendida prova, capace di lenire l’attesa per un nuovo album che, si spera, non si faccia attendere ancora per troppo tempo.

Tracklist:
1. Þórsdrápa I
3. Þórsdrápa II
3. Hrafns þáttr réttláta

Line-up :
Stefán: Guitars, bass, vocals & choirs
Árni: Drums, double bass, viola, vocals & choirs
Marsél: Storyteller, vocals & choirs

Guests;
Sveinn: Horn, keyboards & effects
Bjartur: Viola

Árstíðir Lífsins – Facebook

Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.
No Comments

Post A Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

Treni ad Altra Velocità – Intervista con Fabio Bertino

Una conversazione con Fabio Bertino, autore in tempi recenti di due libri in cui racconta le proprie esperienze di viaggio lungo il nostro paese, percorrendo linee secondarie o utilizzando per gli spostamenti solo i più “lenti” treni regionali.

Amarok – Resilience

La cifra compositiva degli Amarok è piuttosto personale in quanto, rispetto al più canonico sludge doom, la band californiana non teme di rallentare i ritmi fino a sfiorare un’asfissia scongiurata dal mood atmosferico e melodico che pervade buona parte di un lavoro riuscito come Resilience.

Abysskvlt – mDzod Rum

Gli Abysskvlt, con mDzod Rum, propongono un’opera di grande spessore, sia dal punto di vista spirituale che strettamente musicale, ma non si può nascondere che tali sonorità siano principalmente rivolte a chi possiede un’indole incline alla meditazione.

Silent Vigil – Hope and Despair

Se in passato il sound traeva principalmente linfa dall’insegnamento dei Daylight Dies, tutto sommato Hope and Despair è un album che si muove in continuità con quello stile, che qui viene ulteriormente ribadito dando alla fine l’auspicato seguito, sia pure con il nuovo moniker Silent Vigil, alla brusca archiviazione degli Woccon avvenuta dieci anni fa.