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Recensione : Anihilated – Ideviant

I veterani Anihilated tornano in pista con il loro speed/thrash, un diretto in pieno volto direttamente dagli anni ottanta.

Anihilated – Ideviant

Anihilated … fermi tutti, qui si parla di un pezzo di storia del thrash/speed metal britannico, a livello underground chiaramente, ma trattasi pur sempre di musicisti che a questo genere hanno dedicato una vita, sempre con la stessa determinata passione.
Chiamarli veterani è un eufemismo dato che l’anno di fondazione è il 1981 e che il primo demo uscì nel 1984, seguito da due full-length sul finire del decennio (“Created In Hate” – 1988 e “The Ultimate Desecration” l’anno successivo); dopo un lungo letargo fino al 2005 ecco il ritorno con l’uscita di un Ep Live, tanto per sondare il terreno, fino ad un nuovo album nel 2010, “Scorched Earth Policy”.
Gli Anihilated, alfieri dello speed metal, mai domi, tornano nel 2013 con il loro ultimo devastante iDeviant, thrash minimale, velocissimo, un diretto in pieno volto che non cambia di una virgola dalle release precedenti ma non è certo a band come loro che si chiedono originalità e cambiamenti,anzi.
Il gruppo infatti non tradisce, va avanti per la propria strada consegnandoci un altro buon lavoro di metal tripallico, ignorante, fatto da chi di questo genere è fiero portabandiera.
A quei vecchi marpioni di Paul Rodwell (batteria) e Simon Cobb (voce, basso e chitarra) si sono aggiunti nel corso degli anni Todd Manning e Dan Biggin i quali, con le loro chitarre, in questo disco sono protagonisti di assoli alla velocità della luce, supportati dalla sezione ritmica dei due veterani sempre in perfetta forma.
I brani, complice una buona produzione, risultano tutti all’altezza, conquistando i fan di Testament, Exodus, Acid Reign e, con la complicità di qualche raro rallentamento acustico, gettando un occhio ai Metallica di metà anni novanta.
Il combo parte a tutto gas e sembra non volersi fermare più, da Death to the Deviant, che apre l’album, in poi, acceleratore a manetta e via sull’ottovolante thrash costruito dai nostri dove Lord of the Flies, Trinity e The Chains That Blind sono il punto più alto raggiunto, per poi tornare in caduta libera, su binari più canonici , ma comunque efficaci.
Buon album dunque per i veterani di Ipswich, nome ormai di nicchia, e non potrebbe essere altrimenti, ma comunque sempre valido e consigliato senza riserve ai fan del genere.

Tracklist:
1. Death to the Deviant
2. The Threshold Has Been Reached
3. Lord of the Flies
4. Black Umbilical
5. Somewhere Underneath
6. Trinity
7. Subliminal
8. We Are Legion
9. Divide, Deceive, Control
10. Hell Forged Mask
11. The Chains That Blind

Line-up:
Paul “Bod” Rodwell – Drums
Simon Cobb – Vocals, Guitars, Bass
Todd Manning – Guitars, Vocals
Mark Beuchet – Guitars

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