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Recensione : Amorphis – Under The Red Cloud

Under The Red Cloud non deluderà i fans degli Amoprhis i quali troveranno, perfettamente al loro posto, tutti gli ingredienti che hanno fatto della loro musica uno dei migliori esempi di metal degli ultimi vent'anni.

Amorphis – Under The Red Cloud

Premessa: il nuovo album degli Amorphis, il dodicesimo per la precisione, ed il settimo dell’era Joutsen ( se consideriamo “Magic & Mayhem – Tales from the Early Years” del 2010 che vedeva il vocalist reinterpretare vecchi brani dei primi dischi) è un lavoro molto bello, che poco aggiunge ma, assolutamente, non scalfisce una discografia che, in vent’anni di onorata carriera, ha visto il gruppo finlandese esprimersi sempre ad alti livelli grazie ad una manciata di album da considerare sicuramente capolavori del death metal melodico scandinavo, anche se con un approccio al genere sempre personalissimo ed originale.

Progressive death metal, sempre colmo di riferimenti alle tradizioni del loro paese, un talento per la melodia straordinario e un nugolo di musicisti che, pur avvicendandosi nella line up, hanno mantenuto un livello tecnico altissimo, sono stati gli ingredienti per il successo della band fin dal lontano 1994, anno di uscita del secondo e meraviglioso “Tales from the Thousand Lakes”, seguito dal capolavoro assoluto “Elegy” (1996).
“Eclipse”, album del 2006 che segnava l’entrata in formazione dell’attuale vocalist, è stato per gli Amorphis un nuovo inizio: Joutsen, dotato di talento e carisma ha regalato al gruppo un vero frontman, mentre la discografia inanellava buoni lavori e nulla più, con l’eccezione dello spettacolare “Skyforger” del 2009.
Under The Red Cloud consolida una formula collaudatissima, marchio di fabbrica del gruppo, un’ora di immersione nel mondo prog/folk/death metal direttamente dalla terra dei mille laghi, pregno di stupende melodie, ottimamente prodotto e suonato, dove il vocalist continua imperterrito a regalare interpretazioni emozionali, alternando con la solita maestria ed eleganza, growl, scream e voce pulita (migliorata in modo esponenziale), tra digressioni di epico prog, sfuriate estreme e melodie estrapolate dalle tradizioni popolari della loro terra.
Niente di nuovo direte voi, vero, infatti il nuovo album pecca solo per un pilota automatico nel songwriting ormai lungi dall’essere disinserito, così che Under The Red Cloud risulta un album formalmente perfetto ma un pò freddino, piccolo difetto che non lo inserisce fra i capolavori della band, anche se, come già detto rimane un lavoro molto bello.
L’album vede come ospiti Chrigel Glanzmann degli Eluveitie al flauto e Martin Lopez (ex Opeth) alle percussioni e si snoda lungo un lotto di brani dal flavour epico su cui spiccano la stupenda Death Of A King, le arcigne Bad Blood e Dark Path, l’epicissima The Four Wise One e l’ipermelodica Sacrifice.
Gli Amorphis aggiungono un altro buon lavoro alla loro ormai considerevole discografia: Under The Red Cloud non deluderà i fans della band che troveranno, perfettamente al loro posto, tutti gli ingredienti che hanno fatto della loro musica, uno dei migliori esempi di metal degli ultimi vent’anni.

Tracklist:
1. Under the Red Cloud
2. The Four Wise Ones
3. Bad Blood
4. The Skull
5. Death of a King
6. Sacrifice
7. Dark Path
8. Enemy at the Gates
9. Tree of Ages
10. White Night

Line-up:
Jan Rechberger – Drums
Esa Holopainen – Guitars (lead)
Tomi Koivusaari – Guitars (rhythm)
Santeri Kallio – Keyboards
Niclas Etelävuori – Bass, Vocals (backing)
Tomi Joutsen – Vocals

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