Albatross – Fear From The Skies

Gli Albatross stupiscono con il loro sound che unisce heavy metal, prog e ritmiche power ad un innato talento per la teatralità

Albatross – Fear From The Skies

Non si può rimanere che affascinati da questo bellissimo debutto proveniente da una scena indiana che regala molte band di indiscusso valore, magari fuori dai soliti circuiti in cui si muove il mondo metal, ma foriera di ottime realtà dedite ai suoni heavy, dal classico all’estremo, e portati alla nostra attenzione dalla Transcending Obscurity.

Gli Albatross si formano nel 2008 in quel di Mumbai, esordiscono nel 2010 con l’ep “Dinner Is You” e replicano nel 2012 con uno split in compagnia dei Vestal Claret.
Si tratta di sestetto protagonista di un heavy metal dalle tinte horror: nella loro musica, teatrale e ispiratissima, convivono diverse anime, racchiuse ed imprigionate in un sound che dell’originalità fa il suo credo, mantenendo altissimo l’approccio metallico e deliziando l’ascoltatore con una tecnica strumentale sopraffina.
Fear From The Skies è diviso in due parti o storie: Children Of The Cloud è la prima, composta da cinque brani, mentre i restanti tre formano la seconda, The Assassin’s Flight.
Non troppo lungo, questo lavoro raccoglie in se l’heavy metal classico, e lo spettacolarizza con ottime parti teatrali e un senso progressivo che lo rende dinamico nei suoi innumerevoli cambi di tempo e atmosfere, come una spumeggiante amalgama tra l’heavy dalle tinte horror di Mercyful Fate / Kind Diamond e i Dream Theater, per un risultato davvero notevole.
La prima storia ha nella marcia teatrale e fuori dagli schemi The Raptorsville Fair l’inizio che non ti aspetti: progressiva ed interpretata magistralmente dal singer Biprorshee Das, vive su ritmiche jazz/reggae, per poi esplodere in un prog metal intricato con cui la band si presenta all’ascoltatore mettendo sul piatto la squisita tecnica esecutiva.
Children Of The Cloud è uno dei punti più alti del disco, drammatica e monumentale, chiude la prima parte del disco (il brano successivo è l’outro Fold) e lascia il posto alle tre tracce che compongono The Assassin’s Flight.
In generale molto più duri dei precedenti, questi brani conquistano per le dinamiche sempre varie e si continua a viaggiare su livelli di eccellenza, frutto di un songwriting sopra le righe, così che, pur con le influenze ben in evidenza, gli Albatross continuano a stupire tra heavy metal, prog, ritmiche power e un talento per la teatralità che poi è la virtù che maggiormente colpisce nella band indiana.
Gran bel disco, non so quanto facile da reperire, ma ormai le vie del web sono infinite e voi non avete scuse, dategli un ascolto.

Tracklist:
Story 1: Children of the Cloud
1. Intro – Advance
2. The Raptorsville Fair
3. Jugglehead the Clown
4. Children of the Cloud
5. Outro – Fold
Story 2: The Assassin’s Flight
6. In the Lair of Dr.Hex
7. A Tale of Two Tyrants
8. The Empire of Albatross

Biprorshee Das – Vocals
Vigneshkumar Venkatraman – Guitars
Nishith Hegde – Guitars
Varun Singh – Guitars
Jay Thacker – Drums
Dr. Hex – Bass

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