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Recensione : Aeonian Sorrow – Katara

Per Gogo Melone è arrivato il momento di raccogliere i frutti di un talento non comune e l'abbandono da parte dei suoi Aeonian Sorrow di certe pulsioni funeral a favore di un più accessibile gothic doom non è certo un peccato, specialmente se il tutto viene offerto con l'ormai consolidata perizia e soprattutto un'intatta ispirazione.

Aeonian Sorrow – Katara

A cinque anni di distanza dal full length d’esordio Into the Eternity a Moment We Are, con la parentesi dell’ep A Life Without nel 2020, tornano gli Aeonian Sorrow con questo nuovo album intitolato Katara.

La band è guidata dalla musicista greca Gogo Melone che, così come nei precedenti lavori, si fa accompagnare da un nucleo di colleghi finlandesi tra cui la coppia di chitarristi dei Red Moon Architect Taneli Jämsä e Jukka Jauhiain, la nuova voce maschile nella persona di Joel Notkonen e il bassista ospite Oskar Englund; a completare la line up troviamo il batterista ellenico Achilleas Papagrigoriou mentre nella terza traccia Ashes and Death torna a prestare il suo growl il colombiano Alejandro Lotero, originario titolare del ruolo.

Into the Eternity a Moment We Are aveva favorevolmente sorpreso e convinto per la proposta di un sound che, pur essendo contiguo al gothic doom, aveva profonde radici nel funeral, con il valore aggiunto di un’interprete sublime come Gogo, capace di affrancarsi dai consueti modelli vocali femminili mentre, d’altro canto, il successivo ep aveva mostrato una maggiore propensione a sonorità più immediate e fruibili senza che la qualità ne venisse in alcun modo scalfita. Katara ricalca sostanzialmente quest’ultima tendenza ma la profondità e l’oggettiva bellezza di tutte le canzoni proposte compensa abbondantemente il venire meno di quell’elemento sorpresa costituito nell’esordio dall’epifania di una cantante e musicista di livello superiore alla media; anche per questo non bisogna cadere nell’errore di ritenere che gli Aeonian Sorrow si siano appiattiti sulle posizioni dei Draconian e dei relativi epigoni.

Infatti, un songwriting impeccabile e la sempre magnifica ugola dell’artista ellenica contribuiscono a rendere l’album la testimonianza dell’ulteriore crescita che ci si attendeva, con l’aggiunta di una profondità che pare emergere sempre più dopo ogni ascolto e del corollario di un finale in crescendo (analogamente a Into the Eternity a Moment We Are, che si chiudeva con una canzone indimenticabile come Ave End) grazie a brani meravigliosi come Forbidden Cry e Ikuinen Surue, sorta di contraltare evocativo ed intimista alla sfolgorante coppia d’apertura Anemos/Elumia.

Per Gogo Melone è arrivato il momento di raccogliere i frutti di un talento non comune e l’abbandono di certe pulsioni funeral a favore di un più accessibile gothic doom non è certo un peccato, specialmente se il tutto viene offerto con l’ormai consolidata perizia e soprattutto un’intatta ispirazione. L’album della consacrazione? Per quanto mi riguarda non ho alcun dubbio, l’auspicio è che questo giudizio coincida con quello degli appassionati.

2023 – Autoproduzione

Aeonian Sorrow – Katara

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