Adamennon e Altaj, coppia di giovani musicisti con già un notevole bagaglio di esperienza sulle spalle, hanno deciso di incrociare le loro strade e i rispettivi universi sonori, dando vita all’ep Turiya. Il disco, in uscita per Boring Machines (ormai vera e propria istituzione per le musiche “altre” in Italia) si suddivide in cinque brani: tre per Adamennon sul Lato A, due per Altaj sul Lato B.
Il lato di Adamennon, aperto da Manvantara e dai suoi crepitii riverberati, sprofonda nella immobile oscurità, dilatata e, a tratti, lancinante, di Niranyagharba (un lungo fluire di echi, come fossero respiri eterni, pervasi da un qualcosa di mistico), lasciando che a chiudere siano le acute pulsazioni (quasi fossero grilli notturni), avvolte da sospiri e spiriti demoniaci, di Pralaya.
La parte di Altaj, invece, suddivisa in due capitoli, vede prima lo stagliarsi di enormi spazi oscuri (come fossimo dispersi in una cripta senza fine) di Syngaaga e poi l’astrazione mistica, sotto forma di manipolazione sonora ed elettronica, di Teletskoje.
L’ep proposto da Adamennon e Altaj, interpretazione, come detto da loro stessi, delle suggestioni trasmesse ai tempi nostri, in Occidente, dall’animismo tibetano e dalle popolazioni nomadi mongole, si rivela fin da subito ben strutturato e concepito. Un lavoro personale e dal carattere forte, due nomi da scoprire e seguire con attenzione.
Tracklist:
1. Manvantara
2. Niranyagharba
3. Pralaya
4. Syngaaga
5. Teletskoje
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