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Recensione : Abysmal Growls Of Despair – Between My Dead

Gli elementi dronici si alternano ad un sound che è costantemente ripiegato su se stesso, chiuso in una posizione fetale

Abysmal Growls Of Despair – Between My Dead

Hangsvart è un musicista francese che sicuramente non soffre di sterilità compositiva: con il suo progetto funeral doom Abysmal Growls Of Despair è già arrivato al sesto full length in circa due anni, oltre ad altrettante uscite tra ep e spilt album.

Se a questi aggiungiamo, poi, che il nostro tiene in vita altre one man band quali Plagueprayer, Catacombs e Hangvart, oltre a prestare la propria voce agli Ancient Lament e agli ottimi Arrant Saudade, il termine di stakanovista del funeral doom glielo possiamo benevolmente affibbiare.
Che non si faccia l’errore, però, di pensare ad una sorta di Buckethead del genere specifico: nel caso di Hangsvart non si tratta di mera logorrea compositiva come per il simpatico “testa di secchio”, bensì di un’indubbia prolificità che, per una volta, non porta ad alcuna dispersione di energie; Between My Dead è una dolorosa ed estrema espressione di disagio esistenziale che non lascia spazio alcuno a slanci melodici od aperture atmosferiche: l’orribile rantolo del musicista transalpino è la voce di una mente imprigionata negli abissi più profondi di una psiche in avanzato stato di decomposizione.
Il lavoro risulta inevitabilmente faticoso nel suo incedere e la conoscenza approfondita della materia è conditio sine qua non per la sua fruizione ma, fatte le dovute premesse, questa è una delle forme di funeral più essenziali e nel contempo ortodosse che si possano ascoltare.
Gli elementi dronici si alternano ad un sound che è costantemente ripiegato su se stesso, chiuso in una posizione fetale; due tracce mostruose, in tutti i sensi, come The End of Previous Life e The Feast, senza che vada trascurato il resto, bastano e avanzano per fare di questo disco un piccolo gioiello, sia pure nel suo risultare opacizzato ed oscurato dall’atmosfera caliginosa in cui è stato deliberatamente abbandonato.
Una prova micidiale, rivolta senz’altro a pochi audaci, ma vale davvero la pena di lasciarsi portare alla deriva dai mostri evocati da Hangsvart.

Tracklist:
1. Misanthropy
2. The End of Previous Life
3. New Begining
4. The Feast
5. Wake Up

Line-up:
Hangsvart – Everything

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