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Recensione : Prehistoric Pigs – The Fourth Moon

Nuova avventura sonora per i Prehistoric Pigs, gruppo friulano fondato dai fratelli Juri alla chitarra e Jacopo al basso, con alla batteria il cugino Mattia.

Nuova avventura sonora per i Prehistoric Pigs, gruppo friulano fondato dai fratelli Juri alla chitarra e Jacopo al basso, con alla batteria il cugino Mattia.

L’affiatamento arriva subito e debuttano nel 2012 con Wormhole Generator per la Moonlight records di Parma. The Fourth Moon ĆØ il loro quarto disco, ed ĆØ un ritorno alle sonoritĆ  più dure e psichedeliche dello stoner rock che si avvicina moltissimo allo stoner metal.

Le loro tracce sono strumentali ed esplorano diversi pianeti della galassia stoner, a partire da momenti più hard rock, a passaggi più vicini la metal o desert stoner, sempre con una buona dose di visionarietà psichedelica. La storia narrata in questo disco è una narrazione di disperazione galattica che ben si addice a questa musica che scava dentro e che non lascia scampo.

Come lo descrivono loro stessi : La quarta luna era una schiera di condannati. Lugubre carovana di destini spezzati, uomini scimmia dai volti d’osso, in marcia verso la fine del cosmo. L’occhio di pietra vigila sul convoglio e lo attira verso il baratro. Otto fermate prima del colpo di martello, del triplice fischio, dell’ultimo fulmine. Ratti stanchi accompagnano l’orda fra urla ataviche e arti penzolanti.

Le schiene piegate scavano buche verso nuovi continenti che non esistono. Il frastuono del diluvio universale preannuncia la venuta delle 700 meteore dell’apocalisse. La musica dei Prehistoric Pigs ĆØ nata per descrivere situazioni e vite spezzate come questa, e fare musica strumentale al loro livello non ĆØ affatto facile. Il trio riesce sempre a bilanciare potenza e distorsione, offrendo linee melodiche mai scontate che sono a loro volta racconto nel racconto.

Ci sono anche notevoli desert come detto poc’anzi, quello spirito gassoso e kyussiano che qui viene sviluppato ed arricchito ulteriormente, tenendolo come ispirazione per fare qualcosa di nuovo e stimolante. Un gran bel disco di emozioni distorte, quasi da meditazione psicotropa, che anela a mondi lontani e a cose che vanno sentite più che viste.

La qualità è molto alta e il trio friulano è uno fra i gruppi più interessanti del panorama musicale rumoroso italiano.

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